Vivendi: in 2018 utile crolla -90%, pesa svalutazione Tim. Bollorè lascia il consiglio di sorveglianza

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Vivendi ha registrato un calo dell’utile netto nel 2018, risultato che la società ha attribuito alla svalutazione delle quote di Telecom Italia, della quale il gruppo francese è azionista rilevante. L’utile netto 2018 si è infatti attestato a 127 mln euro (143,3 mln usd), a fronte degli 1,23 mld euro registrati nel 2017. La società di media e comunicazioni identificato nella svalutazione delle azioni di Telecom Italia la ragione principale del calo.

I ricavi sono invece aumentati dell’11% arrivando a 13,93 mld euro, supportati in parte dal consolidamento di Havas. La sussidiaria dal maggior valore di Vivendi, Universal Music Group, ha visto una crescita dei ricavi del 10% nel 2018, i quali si sono attestati a 6,02 mld euro, a tasso di cambio costante. I ricavi di Canal+ Group sono rimasti stabili a 5,17 mld euro.

L’Ebit si è attestato a 1,18 mld euro, in aumento rispetto agli 1,04 mld euro dello stesso periodo dell’anno precedente.

“Nonostante l’atteso miglioramento delle prospettive, Vivendi ha svalutato il valore della sua partecipazione in particolare per tenere conto dell’incertezza della governance di Telecom Italia, che accresce i rischi di mancata esecuzione del piano industriale dato il potere inferiore di Vivendi a partecipare alle decisioni di politica finanziaria e operativa di Tim e tenendo conto delle variazioni del contesto competitivo e normativo”, ha affermato la società che si è detta “fiduciosa in una progressiva evoluzione dei business principali nel 2019”.

“Per quanto riguarda Canal + Group, dopo un forte miglioramento della sua redditività nel 2018, continuerà i suoi sforzi di miglioramento e la sua redditività nel 2019 dovrebbe essere persino migliore di quella del 2018”.

Vincent Bolloré, Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Vivendi (Foto Ansa)

Vivendi renderà nota “a breve la lista degli advisor finanziari” che la assisteranno nella ricerca di uno o più partner strategici a cui cedere una quota fino al 50% di Universal Music. Il processo di vendita “è in linea con il nostro timing” anche se “non c’è una deadline fissata” per concluderlo, ha spiegato il ceo de Puyfontaine. “Faremo tutti gli sforzi per avere un risultato positivo, stiamo preparando il processo per aver il miglior risultato”, ha aggiunto. Vivendi ha comunicato che il lancio della ‘Vendor Due Diligence’ è in programma “all’inizio del 2019”. De Puyfontaine ha detto che Vivendi “ha selezionato 15 banche” tra le quali scegliere “i migliori partner” per farsi assistere nella valorizzazione della quota in Universal.

Novità intanto sulla composizione del board. Vincent Bolloré si prepara a lasciare il consiglio di sorveglianza. All’assemblea degli azionisti verrà chiesto di nominare nel supervisory board il figlio Cyrille Bolloré. Lo scorso aprile il finanziere bretone aveva già lasciato la presidenza di Vivendi al figlio Yannick.

La decisone di lasciare il board di Vivendi “è stata di Vincent, c’è una nuova generazione e del nuovo ‘sangue’ che avanza ma la cosa importante è che l’impegno di lungo termine del nostro principale azionista è confermato”, ha spiegato de Puyfontaine.