Stati Generali dell’Editoria: porte chiuse ai giornalisti?

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Lunedì 25 si aprono gli Stati Generali dell’Editoria. Sono mesi che Vito Crimi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, annuncia la convocazione degli Stati Generali, discussione pubblica a tutto campo sulla situazione e le prospettive della stampa italiana, del mondo dell’editoria e dell’informazione, che dovrebbe andare avanti in modo diffuso per sei mesi, ha detto lo stesso sottosegretario. Il governo si presenta dopo aver tagliato i fondi a giornali e tv, con conseguenze che si stanno già facendo sentire, vedi il caso di Radio Radicale, del Manifesto, di Avvenire, di altre giornali e tv locali, tutte testate a rischio chiusura e licenziamenti che hanno messo sottosopra il mondo dell’informazione.

Al convegno in un primo tempo (fino ad oggi) era esclusa la partecipazione dei giornalisti incaricati di fare il lavoro di cronisti o di osservatori. “Impossibile accreditarsi, entra soltanto chi ha ricevuto l’invito dalla Presidenza del Consiglio” dicevano ieri alla Segreteria di Crimi.
La motivazione è: “sono stati invitati solo i presidenti delle varie categorie, solo i rappresentanti della filiera dell’editoria… la sala è troppo piccola… Se volete potete accreditarvi presso l’ufficio stampa del Governo ma non per stare in sala, ma per seguire via streaming da fuori”.

Vito Crimi e Giuseppe Conte (Foo ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

La Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio in Via Santa Maria proprio piccola non è, con i suoi cento posti circa a sedere.

Ad aprire la riunione sarà il premier Giuseppe Conte. Il che ovviamente pone problemi di sicurezza, ma come in ogni evento. Alla tavola rotonda parteciperanno Andrea Riffeser Monti, presidente della Fieg, il presidente dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, Carlo Verna; Raffaele Lorusso, segretario della Federazione Nazionale della Stampa; Marco Giovannelli presidente dell’Associazione Nazionale Stampa Online, la direttora generale uscente dell’Upa, Giovanna Maggioni, il presidente dell’Uspi (periodici) Francesco Saverio Vetere. Vito Crimi apre e chiude, modera Ferruccio Sepe, Capo dipartimento Informazione e Editoria.

Nessun invito invece per l’associazione Stampa Parlamentare, che pure può entrare nei Palazzi a seguire i lavori di governo e parlamento senza accrediti. Ci saranno altri ospiti?

Questa organizzazione ha messo in imbarazzo il segretario della Fsni, Lorusso che ha diffuso un comunicato richiedendo che “i giornalisti siano messi nelle condizioni di seguire e documentare i lavori e, se possibile, venga assicurata la diretta streaming”.

“Si tratta di un passaggio fondamentale per il mondo dell’informazione: l’augurio è che gli spunti e le proposte di riforma possano poi essere trasformati in norme di legge e regolamenti. Il sindacato dei giornalisti ritiene essenziale che dal tavolo convocato dal premier Giuseppe Conte e dal sottosegretario Vito Crimi possa partire l’impulso decisivo per mettere a punto norme di contrasto del lavoro precario, vera emergenza del settore, e di sostegno all’occupazione”.

Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi (Foto Ansa/Fabio Frustaci)

“Dallo stesso tavolo deve arrivare l’impulso al Parlamento per calendarizzare la proposta di legge per la cancellazione del carcere per i giornalisti, come auspicato oggi dal presidente della Camera, Roberto Fico, e per il contrasto alle querele bavaglio”.

“La Fnsi, ha sottolineato ancora Lorusso, ritiene indispensabile riformare le leggi di settore, compresa la legge istitutiva dell’Ordine, per consentire il rilancio dell’informazione, anche attraverso la ridefinizione del fondo per l’editoria, la cui cancellazione è stato un colpo mortale al pluralismo, all’occupazione e al diritto dei cittadini ad essere informati”.