Come anticipato da Prima, Alberto Matassino è il nuovo direttore generale della Rai, nominato ieri dal cda di viale Mazzini che ha varato anche la riorganizzazione della Corporate. Nel riassetto che si comincia a configurare, l’ad Fabrizio Salini avrà alle sue dirette dipendenze tutta l’area editoriale, lasciando a Matassino la gestione della macchina aziendale.
Con questa mossa l’amministratore delegato si è messo nelle condizioni di poter far partire la complessa
riorganizzazione prevista dal Piano industriale varato il 6 marzo scorso, che mira a trasformare la Rai da classico broadcaster in una media company, stravolgendo l’assetto attuale.

Matassino, un trascorso professionale nel gruppo Fox in ruoli finanziari e gestionali e più recentemente direttore generale della Fandango, è uno dei due esterni (l’altro è il portavoce Marcello Giannotti) che Salini ha chiamato a viale Mazzini, di fatto il numero uno del suo staff e man mano sempre più operativo nelle attività delle direzioni di Corporate.
La nomina ha scatenato critiche dentro l’azienda perché la figura del dg non era prevista anche se ne parlava da mesi. Ma c’è invece anche chi non considera scandaloso che in una azienda complessa e gigantesca come la Rai ci sia una figura che semplifichi il lavoro dell’amministartore delegato riducendo il numero dei suoi riporti diretti. E’ chiaro che il nuovo assetto implica che direzioni importanti come le Risorse umane, la Finanza, gli Affari Legali, gli acquisti gli immobili non si interfacceranno più direttamente con l’amministratore delegato. Inoltre non piace che un ruolo del genere sia consegnato a un dirigente esterno che non conosce l’azienda né le problematiche del servizio pubblico.
Nello schema della moltiplicazione delle poltrone che i vertici Rai, Salini e il presidente Foa, sono accusati di fare per accontentare gli appetiti dei politici di riferimento, fa discutere che la direzione Comunicazione possa splittare in tre aree: comunicazione, relazioni istituzionali e esterne, relazioni internazionali. Si dà infatti per certo l’uscita di Giovanni Parapini, il capo Comunicazione Rai dall’epoca
di Campo Dall’Orto, di cui si parla da mesi e che potrebbe dar il via allo spacchettamento.
Si dice che a volere la riorganizzazione sia il presende Foa che, avendo la delega sull’internazionale, punti ad avere influenza diretta sulle Relazioni internazionali e voce in capitolo sulla Comunicazione per cui si fa il nome di Fabrizio Ferragni, attuale direttore delle relazioni istituzionali di area di centro destra.
A parte la Comunicazione tra le aree di interesse del presidente ci sarebbero l’area dell’Approfondimento
informativo da costituire e la storica casella di Rai Fiction, presidiata da Eleonora Andreatta che sarà difficile da rimuovere visti i grandi risultati della sua gestione.
Un’ultima nota sulle nomine che sono state fatte ieri e di cui molto importante è indubbiamente quella di Marcello Ciannamea, già direttore del palinsesto Rai, promosso da Salini coordinatore editoriale dei palinsesti, che sembra essere un ruolo equivalente della vicedirezione generale Offerta, che in passato hanno ricoperto Giancarlo Leone e Antonio Marano. Ciannamea in partnership con Roberto Nepote, neo direttore del marketing (ruolo che era rimasto scoperto dopo l’uscita dalla Rai di Cinzia Squadrone) dovrà
governare tutta l’Offerta e essere lo snodo tra l’ad e le costituende direzioni dei generi.
Infine, l’ad Salini ha indicato per la presidenza di Rai Way l’ex direttore generale Mario Orfeo.