Non solo attacchi al presidente Foa. Nel seguito dell’audizione ai vertici di Viale Mazzini, anche per l’amministratore delegato Fabrizio Salini sono state mole le domande, le critiche e le osservazioni mosse dai commissari della bicamerale.
Al centro delle riflessioni il piano industriale per il futuro della Rai, ma anche il rapporto con il presidente Foa. Salvatore Margiotta, senatore Pd ha cominciato con il criticare le modalità di conduzione della Rai, definita dal deputato “bicefala”, andando a tradire lo spirito delle legge approvata la scorsa legislatura. Margiotta ha poi tirato in ballo il piano dell’informazione. “Secondo quanto scritto nel contratto di servizio, sarebbe tempo di realizzarlo”, ha detto il deputato per cui i contenuti proposti trattano la questione “in modo residuale, con una proposta minimale e con tempi non precisi e non precisati”. Margiotta ha poi citato la chiusura di Rai Movie e Rai Premium, che da giorni agita la discussione dentro e fuori la Rai.
Dal grillino Alberto Airola sono arrivate richieste in merito alle tempistiche per le nomine dei nuovi ruoli individuati dalla riorganizzazione del servizio pubblico, se saranno fatte prima o dopo le elezioni.
“Come mai i palinsesti estivi non sono stati ancora approvati? Credo ci sia una grande ritardo?”, una delle richieste di Daniela Santanchè di Fratelli d’Italia, che ha definito “grave la chiusura di Rai Movie perché nel mercato, quando una cosa va bene e fa ascolti, non si chiude. Non sarebbe stato meglio, al fine di fare spazio al canale inglese, chiudere Rai Sport2 o Rai Scuola che poteva essere accorpata a Rai Ragazzi visto che sono canali che hanno uno share molto basso?”.
“Non c’è nessun piano industriale, mancano budget, tempi, indicazioni di processo, riformulazioni di responsabilità. Si tratta solo di una serie di slide, con molte incongruenze”, la critica di Antonello Giacomelli, deputato del Pd, per il quale: “non si capisce come la creazione di nove ulteriori strutture con nove ulteriori direttori porti ad una semplificazione dei processi burocratici e a risparmi di costi”.
“È vero che il contratto di servizio prevede la ridefinizione di reti e canali del servizio pubblico in base ad una analisi di funzione e ruolo di ciascun canale, ma chiudere Rai Movie e Rai Premium per fare un canale per i maschi e uno per le femmine, senza un confronto con le associazioni rappresentative del settore dell’audiovisivo per raccogliere maggiori elementi di giudizio, appare una scelta superficiale e sbagliata”.
“Salini è il primo amministratore delegato della Rai, a cui la legge attribuisce poteri e prerogative che fino ad oggi non ha avuto nessuno”. “Se ci sono questioni che impediscono a Salini di operare, allora devono essere portate a conoscenza della commissione di Vigilanza”, ha aggiunto a chiusura del suo intervento.
Da ultimo anche le voci di tensioni interne al Tg1, che avrebbe portato a uno scontro tra il direttore del Tg1 Giuseppe Carboni e il suo vice Angelo Polimeno Bottai. Scontro su cui si sono soffermati diversi interventi stigmatizzando l’episodio.
“Il mio operato fino ad oggi si è svolto in autonomia, nella stesura del piano industriale non è entrato nessuno. La politica la ascolto e la incontro, ma decido autonomamente”, ha affermato l’ad Fabrizio Salini. “All’interno del Cda c’è stato un confronto con tutti, ma io rivendico di aver deciso il piano in autonomia”, ha spiegato, anticipando che “i palinsesti estivi saranno presentati nel cda di domani. Non siamo in ritardo”.

“La proposta sull’informazione contenuta nel piano non è minimale. Anche solo il potenziamento dell’offerta del portale dell’informazione è qualcosa di cui si parla da anni e non è stato mai fatto. E’ un piccolo passo ma essenziale: se dovessimo ritardarlo ulteriormente, rischieremmo di non salirci più su quel treno”, ha detto poi, entrando nel merito delle osservazioni sul piano industriale. “E’ delineata la tempistica”, ha continuato. “Contiamo di arrivare a fine consiliatura con la creazione della newsroom unificata. E nel 2020 alla creazione della testata multipiattaforma”. Salini ha precisato, inoltre, che i responsabili delle strutture per la produzione dei documentari e dei nuovi format saranno individuati entro la fine della prossima estate.
“Non c’è nessuna penalizzazione del cinema. C’è un’integrazione tra i canali”, ha detto ancora. “Ci sono inesattezze sulla stampa – ha proseguito. Non è vero che Rai Movie trasmette 3000 titoli all’anno. Nel 2018 sono stati programmati circa 360 titoli unici, cioè un film al giorno, con un tasso di replica di 10 o 12 volte a titolo. Il piano prevede l’incremento dell’offerta cinematografica”. “Non ci sarà un canale di taglio e cucito e di pentole, con tutto il rispetto per il taglio e cucito, ma i due canali si differenzieranno per pubblico di riferimento come fanno tutti gli operatori. Su Rai Play c’è, invece, un catalogo di 1200 titoli unici. Noi non abbiamo rinnovato il contratto con una major americana, per avere tutto il prodotto di quella major. Questo significa che quelle risorse saranno riversate nell’acquisto di titoli italiani o europei”.
“Il cinema sarà presente in Rai e ciò corrisponde allo spirito generale del piano, perché i prodotti si devono incastonare nel flusso in cui possono essere al meglio diffusi. Il cinema verrà ulteriormente valorizzato. La Rai ha speso 320 milioni nella produzione di cinema e 110 milioni nell’acquisto, è una tendenza che vogliamo valorizzare”.
Salini ha aggiunto che “la Rai ha una tragica assenza di ideazione e creazione di contenuti e per questo è stata creata la direzione nuovi formati, per favorire il processo di produzione originale. La creazione demandata all’esterno ha impoverito molto la capacità di produrre internamente. Nel piano è previsto anche un ruolo diverso dei centri di produzione che non devono essere solo service, ma devono contribuire in creatività ed approccio. Nel piano miriamo alla saturazione dei nostri centri di produzione”.
“Sarebbe una soddisfazione professionale, me lo auguro e lo spero anche per la Rai”.
“Abbiamo aperto un tavolo con l’Usigrai sul comparto giornalistico per capire la strada per la regolarizzazione dei precari e dei programmisti registi che svolgono la professione giornalistica senza che ciò sia riconosciuto. C’è la volontà dell’azienda di arrivare a una soluzione in tempi brevi perché è un tema che la Rai si porta avanti da tempo”, ha aggiunto anche speigando che “la direzione approfondimento dovrà prevedere figure giornalistiche regolarizzate”.
Inevitabile un accenno a Radio radicale. “Ci sono stati incontri con Radio Radicale e siamo consapevoli del valore dell’archivio. Al momento non ci sono esiti positivi ma ci siamo proposti di rincontrarci, magari anche con proposte concrete da parte nostra”, ha affermato Salini.
Infine la questione di Carboni. “Sono emerse in questa sede valutazioni sul direttore del Tg1 a senso unico che non condivido: gli è stata attribuita un particolare litigiosità. Io non la penso così, ma prima di attribuire responsabilità, attenderei l’inchiesta interna e non mi baserei solo sulla lettura dei giornali o impressioni che vengono da racconti diversi”.
Salini ha difeso l’operato del direttore. “Ieri l’azienda ha deciso di dedicare una finestra della prima serata su Rai1 al tragico evento di Notre-Dame. Questo è il compito del servizio pubblico. E’ stata l’unica rete ad aprire una finestra sull’evento. Per questo ed altri punti di vista non posso che ringraziare il direttore del Tg1”, ha concluso.