A una settimana dall’annuncio di Hearst di aver chiesto lo stato di crisi che prevede un 30% di riduzione delle retribuzioni, 26 esuberi a Hearst Magazines Italia e una decina a HMC Italia (che pubblica Marie Claire e Marie Claire Maison e i vari allegati) i Comitati e i Fiduciari di redazione si sono riuniti a Roma e hanno espresso solidarietà ai dipendenti ed emesso il seguente comunicato:
“I Comitati e i Fiduciari di redazione riuniti oggi a Roma in preparazione degli Stati Generali dell’Editoria esprimono solidarietà ai colleghi di Hearst Magazines Italia (Elle, Elle Decor, Gente, Cosmopolitan, Esquire) e Hearst Marie Claire (Marie Claire e Marie Claire Maison) chiamati ad affrontare un piano di crisi che prevede 36 esuberi su 118 giornalisti in organico: in pratica tagli per 1 giornalista ogni 3.
Il piano di riorganizzazione presentato dall’azienda, tra i primi del 2019, è un nuovo attacco al futuro di un settore, che continua nella sua strategia di superare la crisi scaricando costi e sacrifici solo suoi giornalisti.
Oggi questo schema è riproposto da un gruppo internazionale, che in questo modo vuole “coprire” le evidenti carenze strategiche dei propri manager. In azienda si decanta il livello qualitativo e professionale dei giornalisti: tutti bravi e da tenere ma solo se costeranno meno. Nessun accenno, invece, da parte dei dirigenti alle responsabilità della crisi: al fallimentare piano di accorpamento editoriale Elle-Gioia che non ha generato nulla degli effetti positivi promessi dal management. Nessun accenno nemmeno alla più che sfacciata strategia di delocalizzare in Svizzera le redazioni web, affidandole a personale italiano transfrontaliero (gli “spalloni della notizia”) non sottoposto agli obblighi deontologici giornalistici né al contratto giornalistico. Nessun accenno all’uso improprio dei pensionati in redazione.
Contro l’arroganza degli editori e la volontà di scaricare i loro errori solo sulla pelle dei giornalisti, i CdR riuniti a Roma chiedono al Governo, alle istituzioni e al mondo della politica di intervenire per bloccare le scellerate strategie di Hearst e, finalmente, tutelare il lavoro italiano, il lavoro di giovani, la professionalità dei giornalisti e l’ennesimo attacco al patrimonio informativo nazionale”.