”Salvini vuole riformare la Rai come richiede il contratto di governo firmato con il Movimento Cinque Stelle o vuole occuparla in stile ‘Telebulgaria’ considerato l’editto bulgaro di ieri”. Il consigliere Rai Riccardo Laganà condivide questa perplessità con l’Adnkronos recitando parola per parola le ultime righe del capitolo 27 del contratto di governo stretto dalla Lega e dai pentastellati: ”Perì quanto riguarda la gestione del servizio radio televisivo pubblico – si legge testualmente – intendiamo adottare linee guida di gestione improntate alla maggiore trasparenza, all’eliminazione della lottizzazione
politica e alla promozione della meritocrazia nonché alla valorizzazione delle risorse professionali di cui l’azienda già dispone”.

ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
Un passaggio questo con cui Laganà intende richiamare Salvini alle responsabilità che quella firma porta con sé. Una presa di posizione forte da parte del consigliere eletto dai dipendenti Rai che ha anche firmato un lungo e dettagliato post su facebook ieri a mezzanotte nel quale ripercorre l’intreccio Rai-politica dal 2002 e mette in evidenza criticità non risolte, anche in tema di dipendenza dal governo sul fronte delle risorse.
“L’uso che Biagi, come si chiama quell’altro? Santoro. E l’altro? Luttazzi… hanno fatto della televisione pubblica pagata coi soldi ditutti io credo sia un uso criminoso e credo sia un preciso dovere della nuova dirigenza di non permettere più che questo accada’. Berlusconi 18 aprile 2002 – ricorda Laganà nel suo post. Il 13 maggio 2014 Matteo Renzi partecipava a Ballarò. E veniva incalzato da una serie di domande di Giovanni Floris. Il giorno dopo, il Presidente del consiglio aveva ritenuto di ribadire la sua posizione attraverso un tweet. ‘Il futuro arriverà anche alla Rai’. Il futuro è stato privarci di 150 milioni di euro, vendita di Rai Way, riforma Rai che ci rende dipendenti dai governi e la scomparsa dai palinsesti di
personaggi come Floris, Gabanelli, Giannini e Mercalli. In queste ore per bocca di Salvini arriva l’editto di via Bellerio: ‘Si sentiva questo bisogno – ha domandato il ministro – di riportare in Rai Lerner? Il cambiamento passa da lui, chiedo all’amministratore delegato”’.
”Gad Lerner – fa notare Laganà – in risposta afferma che per fortuna la Rai è di tutti. Una frase che serve come la pomata scaduta dopo la contusione. No caro Lerner, la Rai non è di tutti, con la riforma Renzi la Rai è del governo di turno, la Rai è di chi esercita l’abuso di potere come professione, la Rai è di chi scambia il bene comune per il proprio divano, per la camera da letto o per il telecomando privatissimo”.
”La Rai – dice Laganà – è raramente dei cittadini quando il potere si distrae, quando l’interesse privato è occupato altrove mentre il servizio pubblico si sfoga un po’. Le parole di Berlusconi allora, di Renzi poi e di Salvini ora suonano come il rutto del potente dopo la scorpacciata di microfoni. Per eliminare il rumore e il fetore di quelle dichiarazioni intestinali ora più che mai occorre una riforma della Rai per consegnarla davvero ai cittadini”.
”Il ministro Salvini – Laganà punta a stanare il vicepremier – oltre che lagnarsi della Rai che non lo rappresenta riesce a prendere una delle tante proposte di riforma e farla propria oppure preferisce
ridimensionare la Tv pubblica solo e unicamente per fare da megafono al governo?”.