Stop al commissariamento dell’Inpgi e un anno di tempo per avviare una riforma dell’istituto previdenziale dei giornalisti al fine di riequilibrare i conti della gestione, che segnano un ‘buco’ di 178 milioni di euro.
E’ quanto prevede un emendamento al dl crescita in esame delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, secondo la riformulazione dei relatori. Il testo è il frutto di un lungo e difficile lavoro di mediazione, a cui hanno partecipato anche i tecnici del ministero del Lavoro, e dovrà passare il voto della commissione prima e dell’aula poi.
L’emendamento prevede che nei 12 mesi dopo la conversione del decreto, l’Inpgi provveda a misure “che intervengano in via prioritaria sul contenimento della spesa e in via subordinata sull’incremento delle entrate contributive” per avviare il riequilibrio dei conti, in modo tale da portare il disavanzo sotto il 7% del patrimonio entro il 2021. Se la situazione non dovesse migliorare, entro i 6 mesi successivi all’anno concesso per il via alla riforma, il governo metterà a punto (adottando “uno o più regolamenti”) passi finalizzati all’ampliamento della platea contributiva. Precedenti proposte salva-Inpgi, a firma del sottosegretario Claudio Durigon della Lega, prevedevano l’allargamento della platea contributiva ai comunicatori.