L’Agcom di Angelo Marcello Cardani sarà in carica ancora per poco più di due settimane prima della scadenza del mandato alla fine luglio ed è per questo che Michele Anzaldi, parlamentare pd segretario Commissione di Vigilanza Rai, con una lettera risoluta e inappuntabile Presidente Presidente e i commissari a non andarsene senza approvare, almeno in zona cesarini, il Regolamento contro i conflitti di interesse degli agenti e degli artisti tv, sigillo finale di un procedimento già in larga misura concluso.
“Vi chiedo – scrive il parlamentare dem – di non vanificare l’ottimo lavoro che Autorità e Parlamento hanno portato avanti in questi due anni e di concludere, finalmente, l’iter di questa importante regolamentazione “.

Nella lettera Anzaldi ricorda tutta la storia che risale alla famosa Risoluzione atta a porre limiti allo strapotere degli agenti televisivi dentro la Rai, che il 27 settembre 2017 era stata votata all’unanimità dalla Commissione di Vigilanza, molto caldeggiata dall’allora presidente della Vigilanza Roberto Fico, di cui Anzaldi era stato il motore. Alla risoluzione rimasta lettera morta era seguito il decreto legislativo del 7 dicembre 2017 che affidava all’Agcom il compito di adottare “specifiche regole dirette ad evitare situazioni di conflitto di interesse tra produttori ed agenti che rappresentino artisti e ad incentivare la pluralità delle linee editoriali” .
Regole che Agcom ha già definito – scandisce Anzaldi nella lettera – “procedendo prima con l’avvio di una consultazione pubblica in base alla delibera 185/18/CONS, poi con la pubblicazione delle Linee Guida (delibera n.73/19/CONS del 6 marzo 2019), infine con la successiva consultazione conclusasi il 19 aprile”.
Dopo quest’ultima consultazione l’Autorità avrebbe dovuto procedere all’emanazione del Regolamento che invece a poche settimana dalla fine del settennato non c’è ancora stato e c’è il rischio che venga lasciato in eredità alla prossima consiliatura. Per questo Anzaldi incalza Agcom scrivendo che “sarebbe davvero inspiegabile se la formale definizione di regole che servono a evitare sprechi e privilegi, quindi a far impiegare correttamente i soldi dei cittadini che pagano il canone della Rai, subisse ulteriori ritardi”.