Huawei replica agli Usa: proroga non basta, fuori da black list. Pretesti solo politici

Condividi

Il rinvio di 90 giorni non basta. Huawei chiede al Governo Usa “di porre fine a un ingiusto trattamento e di rimuovere Huawei dalla Entity List”. E’ la risposta del gruppo cinese alle decisioni del Dipartimento del Commercio Usa che il 19 agosto ha concesso una nuova proroga al bando che impedisce al colosso cinese di acquistare componenti e attrezzature dalle aziende americane. Ma contemporaneamente l’autorità Usa ha aggiunto altre 46 affiliate, portando a oltre 100 le aziende nella lista delle società al bando.

Ren Zhengfei, fondatore e ceo di Huawei (Foto laPresse – Photo by FABRICE COFFRINI / AFP)

In una nota, la multinazionale cinese ha sottolineato come tale decisione abbia “motivazioni politiche” e non abbia “nulla a che vedere con la sicurezza nazionale. Tali azioni violano i principi di base della competizione sul libero mercato e non rispondono all’interesse di nessuno, neanche a quello delle aziende statunitensi. I tentativi di danneggiare Huawei non aiuteranno gli Usa a raggiungere la leadership tecnologica”.

Pertanto, il gigante cinese chiede al governo statunitense “di porre fine a un ingiusto trattamento e di rimuovere Huawei dalla Entity List. L’estensione della Licenza Generale Temporanea non cambia il fatto che Huawei sia stata trattata in modo non equo. La decisione odierna non avrà comunque un impatto sostanziale sul business di Huawei. L’azienda continuerà a focalizzarsi sullo sviluppo dei migliori prodotti possibili e a fornire un servizio eccellente ai clienti di tutto il mondo”.