Ha debuttato online alla mezzanotte di ieri, 23 settembre, l’edizione italiana di Mashable (it.mashable.com), uno dei più popolari siti che si occupano di tecnologia, intrattenimento e cultura digitale, che vanta un’audience globale di 70 milioni di utenti unici al mese.
La nascita della prima versione del portale non in lingua inglese è il frutto di un accordo di partnership – annunciato lo scorso giugno – tra GEDI Digital, la divisione digitale del gruppo GEDI, e la media company statunitense Ziff Davis, proprietaria di Mashable dal novembre 2017 e a sua volta parte della società di servizi Internet J2 Global.
Della piccola redazione, a maggioranza femminile, fanno parte all’incirca sei persone tra giornaliste, video-maker e grafici provenienti principalmente dal visual desk di Repubblica, a cui si affiancheranno alcuni collaboratori esterni. A coordinarli (sotto la responsabilità editoriale del direttore responsabile di GEDI Visual, Andrea Galdi) è stata chiamata Sara Bertuccioli, 35 anni, formatasi alla scuola di giornalismo di Urbino e in precedenza responsabile del desk Social sempre di Repubblica.
“Sintetizzare in una frase cosa è Mashable”, ha scritto Bertuccioli nel suo editoriale di presentazione “non è semplice. Si può dire che sia un certo modo di guardare e raccontare la realtà. Non solo tecnologia, non solo spettacoli e cultura digitale ma tutto questo e tanto altro unito dalla passione verso le persone e l’innovazione con un filo rosso ottimista e positivo che lega il tutto”. Lo dimostrano le storie scelte per il debutto, alcune delle quali sono state anticipate durante l’estate su Facebook, Twitter e Instagram (social network sul quale, si intuisce, la testata punterà molto): da quella del vincitore di Sanremo Mahmood che racconta in un’intervista del suo rapporto con i videogames e il mondo dei social, a quella di una ‘nomade digitale’ che ha lasciato un posto fisso per girare il mondo e reinventarsi un lavoro fuori dalle logiche degli orari d’ufficio.
Tra gli argomenti che Mashable Italia si propone di seguire da vicino, oltre al core business della tecnologia con scenari e recensioni dei nuovi device, ci sono poi gli spettacoli, l’ambiente, il cambiamento climatico e le questioni relative alla diversità di genere e al mondo Lgbt. Tutte raccontate con un linguaggio “leggero ma mai frivolo, autorevole ma non arrogante, inclusivo e diretto”, con un molto spazio per i contenuti video e una grande attenzione all’engagement sui social per raggiungere il pubblico dei “millennial” (25-35enni) e della “generazione Z” (15-24enni), target di riferimento del sito.