Si è concluso il grande pitch media internazionale indetto lo scorso maggio da Disney. L’esito pare assecondare una logica almeno in parte geopolitica e tecnica. Alla francese Publicis, infatti, sarebbe stata aggiudicata la parte più internazionale, customercentrica e tech del budget, quella cioè riguardante il nuovo servizio di streaming Disney+, ma anche i parchi tematici. Alla statunitense Omnicom, invece, sarebbe stato assegnato l’incarico per il fronte un po’ più tradizionale e identitario: i canali tv (ADB, ma anche gli ultimi arrivati Fox e Nat Geo), nonché gli studios di produzione (Marvel Studios, Lucasfilm, Pixar, Walt Disney Studios e Walt Disney Animation) in Nord America del gruppo guidato da Robert Iger.

Il budget viene stimato in tre miliardi di dollari complessivi. I termini della gara, estremamente sfidante e severa per i gruppi che ambivano a vincerla, con costi media da garantire che sarebbero molto complicati da gestire, sono stati considerati fin troppo penalizzanti da Martin Sorrell.
Così il capo di S4 Capital, prima dell’esito del pitch, aveva suggerito provocatoriamente ai fondi di non investire sulle holding che avrebbero vinto la gara.