La seconda vita di Rai Play, la piattaforma streaming della Rai, inizierà ufficialmente il 4 novembre con il debutto di Fiorello e del suo show ‘Viva RaiPlay’ pensato e realizzato per l’esclusiva live streaming, a parte la prima settimana in cui lo show sarà in onda contemporaneamente su Raiuno.
Una stella dell’intrattenimento per segnare il lancio della nuova versione della piattaforma. “RaiPlay è stata rifatta quasi da zero per adeguarla alle sfide poste dal piano industriale Rai”, hanno detto Elena Capparelli, il direttore di RaiPlay, e il Chief Technology officier Stefano Ciccotti presentando nei giorni scorsi, al centro Rai di via Teulada, il restyling della piattaforma. Al pubblico dello streaming RaiPlay si presenterà con una veste del tutto nuova, dall’interfaccia moderna e accattivante (e concentrata su Fiorello) alle molteplici funzionalità che nulla hanno da invidiare alle proposte di Netflix e Amazon, con l’ offerta che si arricchisce di contenuti originali e mirati.

“Il progetto è molto ambizioso e in linea con gli standard più alti del mercato, segna un forte cambio di paradigma” ha spiegato Elena Capparelli. ” Ma non si parte da zero: RaiPlay esiste da svariati anni, nata prevalentemente come un servizio di catch up per vedere in diretta o rivedere i programmi della Rai a cui poi si è aggiunto un on demand molto primitivo nelle funzionalità e nella proposta, ma conta numeri significativi con 12,4 milioni di utenti registrati e oltre 3 milioni di utenti che lo utilizzano ogni mese e 490 milioni di video visti (+74,6% sul 2018).
Adesso Rai Play cambia il posizionamento ” Il tempo è maturo perché Rai Play diventi un on demand puro anche con una offerta specifica”, ha spiegato Capparelli, ” anche se nella nuova versione manterremo ovviamente il servizio della tv lineare e la catch up tv”.
La nuova RaiPlay nasce da un lavoro complesso anche sulla parte grafica ( scelta del font, l’accessibilità, i colori, il sistema iconico) e testato su gruppi di utenti col Politecnico di Torino. “L’esperienza che vogliamo proporre è riconoscibile su tutte le piattaforme: tutte le funzioni sono identiche su tutti i device e inseriamo anche i sistemi di raccomandazione in linea con i gusti e le preferenze dell’utente ma il nostro – ha sottolineato Capparelli – è un algoritmo da servizio pubblico. Non inseguiamo Netflix. Facciamo un’ operazione da prima azienda culturale del Paese e vogliamo servire anche fasce di pubblico che hanno bisogno essere alfabetizzate. Il nostro obiettivo è raggiungere tutti: lavoreremo sui contenuti per i target più giovani che usano la modalità non lineare e faremo invece un lavoro di alfabetizzazione per quell’utenza che è il target tipico della Rai, faremo una comunicazione con tutorial a supporto a tutta l’utenza che non sa come accedere a un ott”.

Per fruire del servizio dal computer basta avere una connessione internet, andare sul sito www.raiplay.it, registrarsi sulla piattaforma (compilando il modulo con nome, cognome, età, e-mail – oppure utilizzando il profilo Facebook, Twitter o Google), leggere l’informativa Rai, scegliere una password e cominciare la visione.
Se si preferisce lo smartphone e il tablet bastascaricare l’App RaiPlay – disponibile su Apple Store o Google Play Store. Per chi è in possesso di una smart tv, basta connetterla a Internet e cercare l’App RaiPlay tra quelle presenti nella sezione “App”. Se non ci fosse, sarà sufficiente scaricarla gratuitamente dallo store, cercando RaiPlay e selezionando “Installa”. Dopo pochi secondi, nella sezione “App” della TV l’icona RaiPlaysarà disponibile per essere selezionata ed entrare nel mondo dei programmi Rai.
La registrazione a RaiPlay è sicura, perché la Rai protegge i dati degli utenti senza cederli a nessuno.
RaiPlay è un prodotto realizzato internamente alla Rai,inclusa la realizzazione tecnica di cui Ciccotti ha presieduto tutti i passaggi. Un tema di cui si sta occupando è la visibilità di RaiPlay su tutti i device. “Vogliamo fare in modo – ha detto Cicciotti – che tutti i device e soprattutto le smart tv abbiamo nelle loro proposizioni RaiPlay. Oggi non c’è e lo devi configurare invece chi paga il canone deve trovarci facilmente. Stiamo trattando con tutti i produttori per avere le nostre app in primo piano”.
Altra questione molto delicata da risolvere è stata l’infrastruttura di rete tenuto conto che, a differenza degli altri Ott che sanno più o meno quanti utenti accederanno al servizio e dove, la Rai si rivolge potenzialmente a tutto il Paese. “La nostra sfida è tremendamente originale – ha sottolineato Ciccotti – perché siamo il primo broadcaster generalista a portare in esclusiva su Internet un contenuto premium a cui tutti in teoria si possono collegare e noi dobbiamo dare a ciascuno la stessa possibilità di accedervi”. Per far questo la Rai che non ha una infrastruttura di telecomunicazione broadband ha quadruplicato la capacità di banda in uscita e fattol’accordo con il maggior fornitore di cdn (content delivery network) che serve a facilitare la distribuzione di contenuti multimediali.