Mark Zuckeberg si presenta al Congresso americano ufficialmente per difendere Libra, un progetto – che ha ammesso – “complesso, pericoloso”, che “non so se funzionerà”. Ma si ritrova a difendere il social su tutti i fronti, dalle fake news alla pubblicità politica. La deputata democratica Maxine Waters aprendo i lavori ha accusato Facebook di aver “consentito le interferenze sulle elezioni, violato le leggi sui diritti civili”, incalzando “forse pensa di essere al di sopra della legge”.
Zuckerberg ha osservato come i deep fake siano fra le “minacce emergenti” con cui Facebook si trova a fare i conti in vista delle elezioni del 2020.
Passando alle questioni sulla pubblicità politica, Zuckerberg ha ribadito che la piattaforma non effettuerà alcun fact checking, entrando così a gamba tesa nel dibattito sulla libertà di parola. “Una percentuale molto piccola delle nostra attività deriva dalla pubblicità politica e non giustifica tale tipo di controversia”, ha spiegato.

(Foto Ansa – EPA/MICHAEL REYNOLDS)
Nelle ultime settimane Facebook è stata accusata di non fare abbastanza per fermare i messaggi politici falsi sulla sua piattaforma. Per dimostrare l’inefficienza delle politiche del social network, la candidata democratica Elizabeth Warren ha acquistato uno spazio pubblicitario su Facebook con un messaggio fake proprio sul social.
Intervenendo alla WSJ Tech Live conference organizzata in California dal Wall Street Journal, qualche giorno fa, era stato il chief technology officier del social, Mike Schroepfer, a ribadire la posizione di Facebook sul fronte politico. Nessun fact-checking, l’unica linea rossa da non oltrepassare, ha spiegato il manager, è l’incitamento alla violenza.
“Se un annuncio pubblicato da un politico potrebbe diventare una fonte di pericolo per altre persone, esso sarebbe escluso dalla piattaforma”. I discorsi che incitano alla violenza sono “in cima alla classifica delle cose che non vogliamo sulla piattaforma”, ha detto Schroepfer.