Economia circolare come modello produttivo, culturale e sociale al centro del convegno organizzato dal ‘Messaggero’

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L’economia circolare prima ancora di essere un nuovo modello produttivo è soprattutto un nuovo modello culturale e sociale, fatto di condivisione, consapevolezza, formazione e passione. Sono questi gli ingredienti senza i quali ogni modello tecnologico, per quanto rivoluzionario e innovativo, non ha speranza di poter dispiegare compiutamente i propri effetti. Ed è per questo che l’Italia, che pure vanta la leadership a livello mondiale proprio nelle tecnologie innovative e di tutela ambientale, deve impegnarsi a coltivare questo nuovo concetto economico e sociale, anche etico, per poter finalmente “dispiegare il volo”, avendo tutti gli strumenti per “dettare la linea” e “tracciare il percorso verso l’obiettivo” della sostenibilità ambientale, la nuova rivoluzione industriale che ci attende dietro all’angolo. E’ questo il punto di vista da cui si è mosso il convegno “Economia circolare. Dalla sostenibilità alla mobilità intelligente” organizzato dal Messaggero all’Auditorium Parco della Musica a Roma, a cui hanno partecipato i ministri dell’Ambiente, Sergio Costa e dell’Economia, Roberto Gualtieri, aziende, scienziati ed esperti come Michael Braungart, fondatore di Epea (Environmental Protection Encouragement Agency). In sala una folta platea di studenti liceali. Un incontro divulgativo molto stimolante, rivolto soprattutto al mondo dei giovani e della scuola, emblema del nostro futuro. “L’Italia ha un primato nell’economia circolare che non dobbiamo farci togliere, che dobbiamo difendere a tutti i costi, si tratta di passare da una società usa e getta a una che si fonda sulla sostenibilità” ha detto aprendo i lavori del convegno il direttore del Messaggero, Virman Cusenza, che ha auspicato un approccio “pragmatico” alla questione, che eviti cadute nella “dittatura green”: “Quindi sì all’incentivo, no alla tassa, spinta alla crescita e no a regole forzose, che bloccano il rilancio delle aziende”.

Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente

“Non c’è paese al mondo con il nostro know how – ha sottolineato dal canto suo il ministro Costa – questo è orgoglio italiano. Ma per vincere, perchè l’Italia faccia “il grande salto”, bisogna seguire la strada delle soluzioni comuni, senza bandierine o ricette di un colore. Serve che la politica e il mondo imprenditoriale lavorino insieme, rispondano ad un sentire comune: la politica, nel senso di gestione del bene collettivo, deve aver presente dove si sta andando e deve tracciare la linea operativa per raggiungere gli obiettivi, le vie perchè il mondo dell’imprenditoria e delle famiglie ci possano investire. Le imprese devono recepire il cambiamento: economia circolare non è semplicemente un nuovo modo di produrre, cambia il paradigma economico. Il prodotto non diventa solo sostenibile, ma ecosostenibile: già nelle fasi ideative bisogna aver presente come la sua vita si svilupperà nelle successive declinazioni, perchè l’obiettivo è riciclare per difendere l’ambiente, la sostenibilità della nostra stessa vita sulla terra. Scoprendo che la qualità elevata è economicamente ed eticamente la risposta giusta”. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri ha ricordato come il governo nella manovra nel “rilanciare lo strumento che si chiama industria 4.0 abbia attaccato 420 milioni di credito di imposta in 3 anni a favore della sostenibilità e della circolarità dell’economia”. Per Gualtieri “la sfida della circolarità e della sostenibilità” è fondamentale perchè puo’ essere un “volano di sviluppo e innovazione” e “rendere la crescita più equa e sostenibile”.

A porre l’accento sulla dimensione culturale ed etica di questa trasformazione è stato il guru della sostenibilità, Braungart, contrario alla “cultura del panico, che non porta a nulla di buono” (dietro alle sue spalle l’immagine di Greta). “Dobbiamo cambiare il nostro modo di pensare – afferma -, dobbiamo imparare a trovare nuovi modi di ragionare per risolvere i problemi. Le soluzioni devono essere efficaci e non efficienti”. Per Braungart “innovazione e sostenibilità non hanno nulla a che vedere tra di loro: più che di sostenibilità dobbiamo parlare di qualità. Da una cultura che guarda a emissioni zero dobbiamo passare a una cultura che punta a emissioni positive. Non dobbiamo fermarci a limitare il danno dobbiamo svolgere effetti positivi. Per questo serve un salto di mentalità”, un salto di valori etici condivisi.

Virman Cusenza, direttore Messaggero

In questo senso il momento della formazione e della creazione nei giovani di consapevolezza dei processi in atto è un passo fondamentale. Che trova risvolti anche sotto il profilo lavorativo. Coma ha sottolineato il presidente di Snam, Luca Dal Fabbro, che ha ricordato come “secondo GreenItaly tra i profili green che le imprese hanno programmato attraverso nuovi contratti nel 2019, il 21,5% sono figure non in sostituzione e non presenti in azienda. Da qui il ruolo chiave della formazione”. Sulla stessa linea Giovanni Lo Storto, direttore generale della Luiss. “Bisogna imparare che si può cambiare il proprio punto di vista, per questo la formazione è fondamentale. Devo dire che la nostra esperienza di formazione dei docenti, che nella scuola devono operare in sintonia tra di loro, è stata straordinariamente positiva”. Ma si tratta di un fronte sul quale il lavoro da fare è ancora molto, basta ricordare che nella fascia d’età tra i 25 e i 34 anni il tasso di laureati in Italia è del 26%, a fronte di un obiettivo fissato del 40%, penultimi nelle classifiche europee, davanti soltanto alla Romania. Tornando all’economia circolare, importante infine l’impegno delle aziende. Alessandra Colombo di Versalis (Eni) ha spiegato come proprio il gruppo di cui fa parte stia giocando un ruolo da protagonista: “Siamo a monte dei settori applicativi e quindi possiamo indirizzare le linee di sviluppo”, osserva. L’ad di AdR, Ugo De Carolis ha portato l’esperienza di Fiumicino, che nel giro di 7 anni, grazie all’introduzione dei principi del riciclo e della sostenibilità è passato da pecora nera tra gli aeroporti europei alla vetta della classifica. “Sostenibilità è un modo di lavorare” prima che un obiettivo, ha detto.