“Mi vergogno di un servizio pubblico che falsifica i dati e sovrappone le nostre tesi a quelle di uno che entra in una Moschea e spara a 50 persone. Penso che la Rai dovrebbe chiedere conto a Report, per capire se ha abbandonato il giornalismo d’inchiesta per quello su teoremi. Mi vergogno di questo servizio pubblico”. Così la leader di FdI, Giorgia Meloni, nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio, convocata per contestare i contenuti di un’inchiesta andata in onda su “Report” la settimana scorsa, intitolata “La fabbrica social della paura”, secondo cui vi sono anomalie nella crescita dei follower sui profili social legati al partito della Meloni e sui una serie di retweet sincronizzati, oltre che nella coincidenza di un numero cospicuo di follower con altri profili. “Perché una trasmissione del servizio pubblico – ha osservato la Meloni – decide di fare una puntata per diffondere una serie di falsità, numeri sbagliati e forzature senza fare verifiche. Si cerca di dimostrare che ci sarebbe una sorta di regia occulta internazionale che consentirebbe alla sottoscritta di diffondere i propri contenuti social, ed in particolare su Twitter, per diffondere contenuti in modo anomalo: l’anomalia sarebbe quella di utilizzare account fake per ritwittare i nostri contenuti e renderli quindi più visibili. Io non faccio parte di nessuna internazionale sovranista – ha aggiunto la Meloni – e mi chiedo come sia possibile che la Rai si presti a questo gioco”. Le contestazioni della Meloni, avvenute anche con l’ausilio di un video in cui si riprendevano alcuni passaggi dell’inchiesta, hanno generato un lungo e ruvido botta e risposta con un giornalista di Report presente alla conferenza stampa, che ha rivendicato la correttezza delle analisi e dei dati andati in onda e invitato Giorgia Meloni a un confronto sugli stessi temi in una delle prossime puntate. Il giornalista Giorgio Mottola ha poi, a sua volta, chiesto alla presidente di Fdi quale sia il ruolo del “guru” conservatore americano Steve Bannon nella strategia social e nella propaganda del suo partito.(AGI)