Lila-Gaia è mora, esile, dal viso affinato, lo sguardo obliquo e profondo, ma subito leggera come una risata; Lenù-Margherita è bionda, morbida e seria dolcemente incerta: le giovanissime attrici Gaia Girace e Margherita Mazzucco stanno crescendo insieme a Raffaella Cerullo e Elena Greco, protagoniste della saga napoletana de ‘L’amica geniale’, ne interpretano al pieno i personaggi sia fisicamente che come caratteri.
E per la Rai è una grande occasione la presentazione della seconda serie tratta dal secondo libro del bestseller di Elena Ferrante: ‘L’amica Geniale, storia del nuovo cognome’ (Edizioni e/o): otto nuovi episodi di 50 minuti trasmessi in quattro serate dal 10 febbraio alle 21,15 su RaiUno. Una “prima visione mondiale tv”, rilanciata on line su RaiPlay, e proiettata in 300 sale italiane solo tre giorni in anteprima (come ormai si usa con le serie tv degli ott), il 27, 28 e 29 gennaio distribuita da Nexo Digital.
La regia è sempre di Saverio Costanzo e due episodi sono stati affidati a Alice Rohrwacher.

Sold out nella sala degli Arazzi di viale Mazzini, celate le polemiche pre-Sanremo sotto la coperta della consuetudine o della tensione elettorale (ma con molte aspettative per il successo del Festival), la presentazione della fiction è stata anche la prima uscita pubblica di Stefano Coletta nei panni del direttori di RaiUno. Due parole e poi è sgusciato via: “Il mio passaggio alla rete ammiraglia è per me un risultato umano oltre che professionale, e sono onorato di cominciare con L’amica geniale, io lettore vorace dei libri di Elena Ferrante, perché è il romanzo popolare di qualità, quello che spero di fare il più possibile”, in sintonia con Tinni Andreatta, direttrice di RaiFiction con la quale “mi sento in famiglia”, confessa Coletta.
E lei, che da sette anni tiene alta la sorte della Rai con la fiction, considera questo evento un successo e “una conferma dei risultati ottenuti” anche il nulla di fatto avvenuto nel Cda di alcuni giorni fa per le schermaglie politiche.

‘L’Amica geniale’ è garanzia di successo, una serie Hbo con RaiFiction, prodotta da The Apartmente Wildside, parte di Fremantle e da Fandango, in co-produzione con Mowe e Umedia, per i costi di “circa 40 milioni di euro” (nella media) ancora da quantificare del tutto.
Le otto puntate segnano l’addio definitivo all’adolescenza alle due amiche del rione ai margini della Napoli anni 50 in cui anche il boom ritarda, in una Italia che cambia e prende consapevolezza nelle piazze del ’68. Gli scontri e la complicità fra le due ragazze, l’amore e il distacco, le nozze di Lila vissute come abbandono dall’altra, la scelta di Elena di “emanciparsi attraverso lo studio”, spiega Laura Paolucci che firma il testo con Francesco Piccolo e la stessa Elena Ferrante (sempre più accreditata nella sua identità come Anita Raja, moglie dello scrittore Starnone). Le giovani attrici hanno avuto molte richieste, “ma abbiamo l’esclusiva qui, dobbiamo aspettare”, spiegano ridendo. In sala anche i ragazzi del cast, Francesco Serpico che interpreta Nino Sarratore e Giovanni Amurra nei panni di Stefano Carracci; 125 gli attori del set, più di novemila comparse anche minorenni, una grande fucina di lavoro anche per le maestranze, come ai tempi d’oro del cinema in Italia.
E “un lavoro certosino” per entrare nel mood della regia, spiega Alice Rohrwacher, vincitrice nel 2014 del Grand Prix Speciale della Giuria per Le meraviglie e nel 2018 il premio per la Miglior sceneggiatura per Lazzaro Felice al Festival di Cannes, che ha diretto gli episodi quattro e cinque, quelli ambientati ad Ischia nei quali ci sono anche momenti di violenza. Difficile girarli ma ciò che fa male “è che questa violenza ci sia ancora” nella realtà, commenta Gaia/Lila, ma in generale la serie come il romanzo dà il segno della crescita come donne, della ribellione e della ricerca di autonomia: “Il vero scaldalo è che ci sia violenza nella famiglia”, spiega Tinni Andreatta, che come RaiFiction (poi dipende dal direttore di RaiUno) non intende mettere bollini rossi per i minori perché “è importante che le giovani generazioni si rendano conto”. E, in tempi di visioni arretrate come quelle di Amadeus, “noi in tutte le fiction abbiamo cercato di dare una risposta sistematica per emancipare un modello di donna”, spiega.

Per riconnettere il filo del racconto domani, mercoledì 22, ci sarà la replica della terza puntata della prima serie, alle 21,20 su RaiDue. Un riassunto utile ma con il rischio è che si confonda la replica con la nuova produzione.
“‘L’amica geniale’, per acclamazione di critica e pubblico, segna una svolta nella produzione della fiction
Rai e più in generale di quella italiana”, commenta Andreatta. “Un traguardo frutto del lungo percorso di internazionalizzazione della serialità Rai la dimostrazione della capacità di costruire prodotti in linea con i trend più innovativi e originali della serialità internazionale”. La direttrice di Rai Fiction sottolinea come la seconda stagione della fortunata serie – la prima è stata distribuita in 144 Paesi – “prosegue e rafforza
l’ambizione di creare un racconto complesso e portare l’immaginario italiano nel mondo tenendo sempre al centro della narrazione il vissuto del nostro Paese. Una sfida narrativa, produttiva e culturale
in piena coerenza con il ruolo di servizio pubblico della Rai”.