Sono in tutto 1271 le persone del mondo dei media, tra giornalisti, fotografi, e operatori dell’informazione radio, tv e web, che si preparano a seguire e raccontare la 70esima edizione del Festival, distribuiti tra la Sala Stampa dell’Ariston Roof e la Sala “Lucio Dalla” al Palafiori.
Nel dettaglio all’Ariston Roof sono accreditate 269 testate con 533 giornalisti di agenzie, quotidiani, periodici e gli inviati di web, giornali radio, Tg e rubriche di Rai, Mediaset e Sky, insieme alla stampa estera, rappresentata quest’anno da 48 testate e 81 inviati. In Sala Stampa sono accreditati anche 104 fotografi e gli addetti stampa delle case discografiche di artisti in gara o ospiti.
Giornalisti, conduttori e tecnici dell’emittenza radiotelevisiva italiana e del web sono, invece, ospitati nel Palafiori: sono 614 di 280 tra radio, tv e web.
Anche in questo caso, molto alta la rappresentanza estera. Notevole la presenza delle radio, che sono a Sanremo con 50 inviati in rappresentanza di 27 emittenti di Australia, Austria, Bulgaria, Canada, Croazia, Francia, Germania, Inghilterra, Principato di Monaco, Romania, Russia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti e Svizzera. Le tv, invece, sono presenti con 3 testate e 4 inviati da Australia, Romania, Svizzera. Carta stampata, agenzie e siti web stranieri, infine, portano a Sanremo 27 inviati per 18 testate da Germania, Inghilterra, Francia, Principato di Monaco, Slovenia, Stati Uniti e Svizzera.
Con i riflettori del mondo addosso, la kermesse ha deciso di organizzare le conferenza stampa su Rai Play (la piattaforma streaming che l’attuale gestione di Viale Mazzini sta cercando di valorizzare) con il format ‘Dentro il festival’, diversamente da quanto fatto nei precedenti 27 anni in cui era gestita dall’ufficio stampa Rai. Un cambiamento suggerito dall’onnipotente Lucio Presta, agente del conduttore e direttore artistico di Sanremo, Amadeus, oltre che di Benigni, ed è stata sposata dal direttore di Rai1 Stefano Coletta e dal direttore della comunicazione Rai Marcello Giannotti.

La novità però non è stata gradita dai giornalisti dell’ufficio stampa di viale Mazzini, sotto l’ala di Claudia Mazzola e ha scontentato anche parte dei giornalisti inviati al Festival. Andrea Spinelli, rappresentante dei giornalisti accreditati, ha manifestato il profondo malumore per questo esperimento che, a suo avviso, snatura il normale andamento della conferenza stampa. I giornalisti – dice – sono di fatto trattati come i protagonisti in un reality e, chi non vuole entrarci, non si sente libero di fare domande.
‘Dentro il festival’ prevedeva infatti domande di massimo un minuto, risposte di massimo tre minuti, imponendo la firma di una liberatoria con alcune clausole, tra cui l’impegno ad astenersi “dal trattare o esprimere opinioni in relazione a temi di evidente rilevanza politica ed elettorale o riguardanti vicende o fatti personale di personaggi politici”.
La protesta è stata tale che in tarda mattinata la Rai è corsa ai ripari e il direttore di Rai1, Coletta, ha assicurato che da domani “si terrà prima la normale conferenza stampa e poi il format di RaiPlay” ed ha spiegato anche che “insieme all’ufficio legale la Rai sta eliminando quelle clausole che stonano con il