A ‘La Stampa’ il digital first è difficile da digerire. I giornalisti del quotidiano Gedi frenano davanti al progetto di Molinari

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“Una rivoluzione!” Maurizio Molinari, direttore de La Stampa, non usa mezzi termini per raccontare il piano editoriale e industriale che ha presentato ieri ai giornalisti del quotidiano riuniti in assemblea, che porterà al debutto,il 3 marzo, della nuova Stampa digital first.

Maurizio Molinari (Foto: Olycom)

Che significa che il quotidiano del Gruppo Gedi sarà on line con una nuova edizione digitale, ricca di contenuti di qualità e continuamente aggiornata per conquistare abbonati a pagamento tra i lettori più giovani ed esigenti, edizione che affiancherà il quotidiano di carta, alleggerito nel notiziario, ma arricchito di articoli di approfondimento e inchieste. In sostanza La Stampa ogni giorno preparerà un menu studiato per i suoi target da quotidiano nazionale che potrà essere goduto su piattaforme diverse ( digitale e carta) costruite in maniera sinergica. “Le migliori storie andranno sulle due piattaforme, tanto i due pubblici non si sovrappongono” , spiega Molinari in una intervista pubblicata sul numero di Prima che è in edicola. ” Per questo è essenziale che si torni a fare giornalismo di inchiesta e di approfondimento”.

Ma la vera alchimia da raggiungere sarà come far funzionare la redazione con desk carta e web integrati, sui tre filoni hard news, soft news e sport. Politica, economia e vaticano continueranno ad essere seguiti dalla redazione romana che pero’ viene ridimensionata. Dell’organico di 22 giornalisti otto dovrebbero andare a rinforzare la redazione di Torino, circa una ottantina di giornalisti per coprire due turni, il primo dalle 7 del mattino alle 15.30, e il secondo dalle 15.30 all’1 di notte ( quello anche per la lavorazione dell’ edizione cartacea). Un lavoro scandito da quattro riunioni di redazione al giorno (mattino presto, tarda mattinata, primo pomeriggio e infine intorno alle 17 dedicata alla carta.
Le cronache iper locali rimarranno sempre appannaggio del quotidiano cartaceo, come i supplementi TuttoLibri, TuttoSalute, Motori e Torino7 che resteranno di carta. Invece diventeranno canali verticali sul sito gli allegati TuttoScienze, TuttiGusti, TuttoSoldi.

Ma come tutte le rivoluzioni il salto della Stampa al digital first non può avvenire senza le preoccupazioni della redazione, tensioni e bracci di ferro sindacale. E infatti le reazioni si sono fatte subito sentire con la decisione di ieri dell’ assemblea dei giornalisti di indire due giorni di sciopero ( per cui oggi e domani il quotidiano del Gruppo Gedi non è in edicola). I primi di un pacchetto di cinque. La protesta dei giornalisti e’ motivata dal timore che la rivoluzione digital first sia un salto nel buio, e dalla contrarietà ai trasferimenti dei sette giornalisti da Roma alla redazione torinese per affrontare il lavoro ciclopico di produrre il giornale web e quello cartaceo a ciclo continuo come insegnano le testate che applicano l’organizzazione digital first con successo, come al gruppo svizzero Tamedia o a quello svedese Bonnier che Molinari ha frequentato nell’ultimo anno per studiare il processo organizzativo e editoriale della gestione digitale che dovrebbe iniziare a La Stampa e poi gradualmente diffondersi in tutto il Gruppo Gedi.

Non a caso il Cdr di Repubblica oggi ha diffuso un comunicato di sostegno alla “battaglia portata avanti dai colleghi della Stampa, cui l’editore – d’accordo con il direttore – ha comunicato un drastico piano di riduzione dei costi e del personale che mina profondamente la struttura del giornale e l’autonomia delle redazioni. A colpire, oltre al metodo unilaterale con cui si è scelto di procedere, è la decisione di trasferire senza preavviso otto colleghi da Roma a Torino, sei dei quali donne: Maria Berlinguer, che viene da Agl e da Repubblica e si occupa di politica, Francesca Paci, che si occupa di diplomazia e Farnesina, Michela Tamburrino, spettacoli e Rai, Flavia Amabile, cronaca, Maria Rosa Tomasello, cronaca, Grazia Longo, giudiziaria. I due  uomini sono Roberto Pavan, grafico e e Roberto Giovannini, sindacato e inserto Green.

Una linea di condotta che prescinde dal confronto con il sindacato interno e con i singoli cronisti, che non ha precedenti nella storia dei quotidiani del gruppo Gedi. Anche per questo il Cdr di Repubblica si schiera a fianco del Cdr della Stampa, convinto che il rispetto della dignità dei giornalisti – da cui discendono autonomia e indipendenza – sia un valore non negoziabile”

A rendere ancora più centrale la partita sul digital first che si gioca a Torino e’ anche il fatto che La Stampa e’ l’hub per la realizzazione e fornitura delle pagine nazionali ed estere per la catena dei quotidiani locali di Gnn e per il Secolo XIX, su cui gli scioperi potrebbero innescare un effetto a catena. Senza sottovalutare il rischio che il digital first diventi l’innesco per infiammare i malumori dei giornalisti che si intercettano giaà da tempo nelle redazioni del Gruppo Gedi.