Michael Bloomberg venderà la sua media company se vincerà le elezioni presidenziali. La conferma arriva da Galia Slayen, portavoce della campagna del magnate Usa, impegnato nella corsa alla nomination dem in vista delle prossime presidenziali.
Fin dalle prime battute della discesa in campo dell’ex sindaco di New York, in molti si sono chiesti quale sarebbe stato il destino della sua data e media company finanziaria, di cui Bloomberg detiene l’88%. Inizialmente il magnate aveva prospettato l’ipotesi di affidarne la gestione a un blind trust anche se la possibilità di arrivare alla vendita è sempre stata tra le opzioni. Non a caso, lo stesso Bloomberg, in un’intervista a una stazione radio dell’Iowa nel dicembre 2018 aveva detto: “Alla mia età, se è possibile vendere potrei farlo. A un certo punto si muore in ogni caso quindi è meglio farlo prima”.

La mossa arriva poche ore prima del dibattito tv tra candidati dem a Las Vegas, al quale il miliardario partecipa per la prima volta. Bloomberg ha fatto campagna attaccando aggressivamente Donald Trump anche sul piano etico, accusandolo di non aver messo i suoi asset in un blind trust preferendo invece affidarne la gestione ai figli. Accuse mosse sin da subito anche dai dem, che hanno contestato al tycoon di violare la costituzione accettando pagamenti da governi stranieri attraverso i suoi hotel e golf club.