Da una manciata di settimane alla guida di Rai1, Stefano Coletta, intervistato da Repubblica, racconta come è cambiato il modo di fare tv con il diffondersi dell’emergenza Coronavirus. “Dal primo giorno del decreto che ha posto l’Italia in clausura ho chiesto ai conduttori di adeguarsi. I nostri studi vuoti sono diventati campi base che si collegano col mondo esterno, Facetime, Skype. L’iPad è diventato fondamentale”, spiega il direttore, anticipando anche qualche dettaglio su come si svolgerà ‘Musica che unisce’, maxi concerto di quattro ore, per raccogliere fondi a favore della Protezione Civile, in onda domani sera sulla rete e su tutte le piattaforme Rai.

“E’ costruita con il collage di performance inviate dagli artisti. La novità è il linguaggio domestico e solitario: sono protagonisti da casa”, spiega, definendo l’evento – ideato da Marta Donà, con voce narrante di Vincenzo Mollica e regia di Duccio Forzano – il “nostro Live Aid”.
Secondo Coletta, per affrontare questa situazione bisogna “reinventare una metodologia”. “Il web ha dato una grande mano alla tv generalista che sta cambiando davvero”, aggiunge . “Dobbiamo accompagnare una platea che si è espansa”.
“Siamo di fronte a palinsesti scompaginati”, aggiunge passando in rassegna le proposte mixate della rete, tra informazione che “resta in prima linea”, le repliche, i film, le fiction e alcuni momenti di spiritualità con la messa di Papa Francesco. “La tv fa compagnia a milioni di persone che non possono uscire e cercano sollievo”.
“Il servizio pubblico deve parlare a tutti (…) La tv va verso la resilienza. Nonostante Rai 1 abbia ottimi ascolti, non è il momento per mettere al primo posto i numeri. Nessuno conosce il futuro, anche quelle della televisione sono prospettive a breve termine”, conclude.