Rai, Cda su impatto coronavirus e partite Iva

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Ieri, secondo quanto riporta Adnkronos, il consiglio di amministrazione Rai ha ascoltato il Dg Alberto Matassino fare il punto sull’impatto del coronavirus, prendendo atto che la situazione nell’Azienda è complessivamente sotto controllo.

Alberto Matassino

Durante il Cda non è mancato l’approfondimento previsto sul fronte economico-finanziario ed è stato il Cfo della Rai Giuseppe Pasciucco a fare le proiezioni di bilancio dell’emergenza Covid, facendo presente che sarà determinante il comportamento del mercato pubblicitario alla ripresa che tra l’altro non si sa quando potrà avere inizio. Premesso che si tratta di dati provvisori, al momento sono complessivamente più i soldi risparmiati che le perdite accusate, visto che la Rai nell’anno in corso avrà, infatti, minori costi per circa 135 milioni di euro per il rinvio degli eventi sportivi al 2021; altri risparmi verranno prodotti dal rinvio dei concorsi; altri ancora (per circa 4 milioni) saranno generati dallo stop delle trasferte e conseguente blocco delle diarie (rimborsi vitto e alloggio). E non mancano risparmi previsti dal rinvio del canale in inglese che per motivi di sicurezza ora non potrà divenire realtà: la Rai al momento, tra l’altro, avrebbe quasi 7000 persone in smart working e se la sede dovesse essere Milano, come si era ipotizzato, come ci si potrebbe pensare in questo momento? Ecco, dunque, che il rinvio del canale ora è un passo obbligato e anche questo comporterà minori costi. Più in dettaglio, il risparmio calcolato sarebbe pari a 3 milioni perché se è vero che il costo del canale era stimato in 11 milioni complessivi, è anche vero che ci si aspettava di produrne circa 8 dal canale stesso in termini di ricadute commerciali. Detto tutto ciò, nel complesso, tra minori costi e minori ricavi pubblicitari, al momento si stima di chiudere il 2020 ante imposte in sostanziale pareggio, a fronte del passivo di circa 65 milioni previsti per il 2020 prima del coronavirus. Infine il capitolo partite Iva e indotto.

In Cda molti consiglieri hanno rilevato la necessità di far comprendere al governo che la Rai è una risorsa economica del Paese (visto che alimenta un consistente indotto economico) e quindi che una crisi della Rai è una crisi del sistema dei media, dell’audiovisivo e della cultura (il riferimento è a questo proposito alla produzione dei documentari). In ragione di questo, la gran parte dei consiglieri hanno anche evidenziato come occorra al più presto interloquire con il governo affinché, tra le altre cose, siano alleggeriti alcuni aspetti normativi cui la Rai deve attendersi (in quanto azienda pubblica) affinché sia possibile agevolare le partite Iva e i precari Rai. (Ver/Adnkronos)