Il lockdown colpisce anche la radio. Calano gli ascolti ma cresce il tempo speso. Garanzia di informazione attendibile

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L’emergenza coronavirus ha colpito anche la radio. Il lockdown  costringe gli italiani in casa  impedendo gli spostamenti  di lavoro in auto che tradizionalmente coincidono con i picchi di ascolto.  Se da un lato quindi le curve di ascolto flettono, dall’altro la fruizione si spalma nell’arco della giornata e si intensifica su altri device. 

Marco Rossignoli

Sono questi i macro trend delineati dalla ricerca ‘L’ascolto della Radio ai tempi del Covid’, realizzata da GfK Italia per conto di Ter, la società presieduta da Marco Rossignoli  che  di recente ha comunicato l’impossibilità,  causa coronavirus,  nel realizzare le prossime rilevazioni degli ascolti.


La radio senza autoradio

L’emergenza Covid-19  che costringe il 90% della popolazione in famiglia ha  portato un calo del 17% degli ascoltatori  totali. Che diventano -19,1%  per gli ascoltatori almeno una volta la settimana, -20,2 % di reach nel giorno medio. Calo che comunque è in parte compensato dall’aumento del tempo medio di ascolto cresciuto dell’11% (sull’ascolto degli ultimi 7 giorni).

La si ascolta un po’ con tutto
“Alla riduzione netta dell’ascolto tramite autoradio corrisponde un aumento dell’ascolto attraverso tutti gli altri device”,  spiega Giorgio Licastro, Responsabile Area Media di GfK Italia, “non soltanto la classica radio FM, alla quale si stanno affiancando gli apparecchi DAB+, ma anche la TV, lo smartphone e il PC (con riscoperta da parte delle fasce giovanili); crescono pure tablet e smart speaker”. C’è poi un boom di siti e app radio: +24% di reach, +61% di tempo speso.

 

I cambiamenti di abitudine sono evidenti guardando la curva degli ascolti pre e post Covid-19. Si smorzano notevolmente i picchi del drive time a favore di un  ascolto più flat.

Musica e partecipazione
La ricerca Gfk per Ter ha anche analizzato il ruolo della musica ascoltata alla radio. “Veicola un senso di comunità, di partecipazione collettiva, di serenità nonostante tutto”, dice Licastro, “è un mezzo a cui gli Italiani non rinunciano. Piuttosto, ne ricalibrano l’uso in funzione dei nuovi stili e delle nuove abitudini”. Come dimostra il successo dell’iniziativa «La Radio per l’Italia» che ha visto partecipare contemporaneamente tutte le emittenti italiane.

 

Importante ruolo di contrasto alle fake news
C’è poi un altro punto  forte della radio, l’informazione.  Oltre alle caratteristiche di tempestività e facilità di fruizione delle notizie, in questa situazione senza precedenti  la radio ha mantenuto, anzi rafforzato, la sua autorevolezza, la sua credibilità. “La radio è quasi priva di fake news”, conclude Licastro, “è un filtro affidabile  che garantisce notizie vere”.

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