Coronavirus, Nyt: negli Usa campagna di disinformazione degli 007 cinesi per creare panico

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Che le relazioni tra Usa e Cina non siano in un momento particolarmente roseo, non è difficile da notare. E il dilagare del Coronavirus, che diverse volte il presidente Trump ha proprio definito “virus ciniese”, non può certo aiutare ad alleggerire le tensioni.Ma ora un attacco diretto a Pechino arriva anche dalle pagine del New York Times. Secondo il quotidiano dallo scorso mese di marzo agenti dell’intelligence cinese hanno alimentato una campagna di disinformazione sui social e via sms mirata a diffondere il panico negli Stati Uniti per il coronavirus, con tecniche non dissimili da quelle utilizzate dalla Russia per influenzare le elezioni presidenziali del 2016. Una tesi sostenuta citando fonti di sei diverse agenzie d’intelligence americane.

(Foto Ansa – EPA/ALEX PLAVEVSKI)

“L’amministrazione del presidente Donald Trump chiuderà l’intero paese e lo annuncerà non appena saranno pronte le truppe necessarie a fronteggiare rivolte e atti di sciacallaggio”, recita uno dei messaggi diffusi a metà marzo sui social e via sms sui telefonini di milioni di americani. Messaggi diventati così virali che nel giro di 48 ore il Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca è stato costretto a bollarli come falsi su Twitter.

Le tecniche di amplificazione dei messaggi stanno allarmando gli 007 americani per l’uso finora inedito degli sms. La loro origine resta tuttavia oscura. Le fonti – spiega il Nyt – si sono rifiutate di rivelare dettagli sul legame tra i messaggi e gli agenti cinesi, facendo riferimento alla necessità di proteggere fonti e metodi di monitoraggio delle attività di Pechino.