In Germania giornalisti contro medici. La ‘Bild’ attacca il famoso virorolo Christian Drosten. Ma esagera e ‘Spiegel’ lo difende

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Il tedesco Christian Drosten, probabilmente il virologo più autorevole in Europa e l’autore del capolavoro della sanità tedesca, che è riuscita a contenere al massimo gli effetti devastanti della pandemia, non è un santo e non tutto quello che dice può essere preso come oro colato. A scriverlo è il quotidiano popolare e viscerale Bild Zeitung, a pensarlo sono molti tedeschi insofferenti delle regole blande rispetto alla situazione italiana, ma ferme, che il potere politico ha imposto alla cittadinanza nelle scorse settimane.


Le accuse lanciate dal quotidiano a grande tiratura, secondo il quale uno studio di Drosten riguardo alla contagiosità dei bambini esposti al virus sarebbe sprovvisto di credibili basi scientifiche appaiono però pretestuose e strumentali. Tanto che gli stessi colleghi del medico citati dal quotidiano per sostenere il suo attacco hanno immediatamente smentito.
Bild accusa il medico di essere asservito al potere politico e di aver confezionato uno studio per ritardare la ripresa delle scuole, argomento che sta molto a cuore all’opinione pubblica tedesca. Vista dall’Italia, dove l’idea di riaprire le scuole continua a non sembrare né urgente né strategica, la questione può apparire piuttosto esotica. Ma in Germania non è così e la ripresa scolastica, complessa e faticosa, ma pur sempre effettiva, ad alcuni è parsa per colpa dei medici-opinionisti, troppo incerta.
Resta il fatto che in pochi giorni, come si spiega dettagliatamente su Prima Comunicazione di questo mese, il virologo si è tramutato in una star onnipresente su tutti i mezzi di comunicazione.

La sua maniera di mettersi in posa e la sua confidenza con la cancelliera Angela Merkel a molti non sono piaciute. Il mondo politico deve prendersi le sue responsabilità al di là di quello che raccomandano gli scienziati e in fondo la Bild non ha fatto altro che declinare con la sua proverbiale ed efficace ruvidità quello che lo stesso settimanale Der Spiegel aveva denunciato nelle settimane precedenti: “Una repubblica dei medici non la vogliamo”.

Ora però è proprio lo Spiegel a denunciare il linciaggio della Bild smontando un’operazione giornalistica alquanto avventata. Drosten è sparato sulla copertina del settimanale con un’espressione di sfida.
In una lunga intervista spiega che se non fosse stato per lui e i suoi colleghi la Germania avrebbe pianto 100 mila morti in più.
E l’avventata operazione giornalistica della Bild viene smontata pezzo a pezzo in un servizio che al giovane direttore del quotidiano del gruppo Springer Julian Reichel rischia ora di costare caro.
Anche se la parola d’ordine alla Bild è sempre stata prima si spara poi si parla, questa volta sono in gioco la salute dei cittadini e la sicurezza nazionale.
E la temuta repubblica dei medici sembra un fatto ormai difficile da evitare, anche sulle pagine dei giornali.