PA, Gruppo di lavoro consegna al Ministero documento su riforma della comunicazione. Dadone: rivoluzione copernicana – DOCUMENTO

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La riforma della comunicazione pubblica e istituzionale “è attesa da molto tempo e si innesta con un ruolo di primaria importanza in seno alla strategia complessiva di apertura delle Pa ai cittadini e di centralità della persona nel rapporto con le amministrazioni”. Lo afferma la ministra della Pa Fabiana Dadone, secondo cui si tratta di “una rivoluzione copernicana che non può non vedere la tecnologia e il digitale come strumento primario, leva e motore di un ribaltamento di prospettiva. Un cambiamento profondo che va incoraggiato e governato da una multiformità di professionalità e nuove competenze sulle quali dobbiamo puntare in modo deciso, così da rendere la macchina dello Stato sempre più alleata del Paese”.

Fabiana Dadone

Stamattina il Gruppo di lavoro insediato presso la Funzione pubblica nel gennaio scorso, ha consegnato a Dadone il documento finale di indirizzo, frutto della discussione con stakeholder qualificati che vanno dall’Ordine dei giornalisti a Ferpi, dal Fnsi a ComPubblica e PASocial, dalle rappresentanze delle università e delle associazioni che fanno parte dell’Open government partnership fino a interlocutori istituzionali come Anci e Conferenza delle Regioni.

LEGGI O SCARICA IL DOCUMENTO ‘Riforma della comunicazione pubblica proposte operative in 10 punti’ (DOCX)

Le direttrici chiave su cui dovrà basarsi la riforma della legge 150 del 2000 sono il riconoscimento dell’importanza del digitale e la spinta ai fini della valorizzazione delle professioni, vecchie e nuove, dell’informazione e della comunicazione pubblica; l’attenzione, di conseguenza, alle competenze più innovative, il collegamento con le università e nondimeno il focus sullo smart working che impatta in maniera decisiva su chi è impegnato in questo specifico ramo delle Pa.

Un primo passo avanti è stato fatto – ha dichiarato Rita Palumbo, Segretario Generale FERPI -.  Abbiamo apprezzato il tentativo di recupero nel documento del Ministro della strategicità della funzione comunicativa negli Enti pubblici. Non basta infatti la strutturazione di strumenti digitali per modernizzare la PA. E certo le competenza dell’informazione rimangono correttamente nell’alveo dei rapporti con la stampa. Occorre al contrario orientamento strategico e capacità manageriale per innovare le istituzioni pubbliche in un mondo globalizzato e iper-comunicativo. In questo senso, come avviene per i sistemi d’impresa, è giusto e corretto che anche le Istituzioni abbiano al proprio interno professionisti della comunicazione capaci di guidarne i registri di spiegazione di norme e attività, oltre che – come capitato in questa crisi – di guidarne le scelte in materia di comunicazione di crisi e di emergenza. Rispetto a questo aspetto spiace constatare che la figura apicale di funzione, ancora una volta, resti discrezionale e non si abbia avuto la forza e il coraggio di renderla, almeno per alcune tipologie di PA, obbligatoria“.