Ieri il Cda della Rai ha istituito la nuova Direzione Rai per il Sociale che è di fatto una evoluzione del ‘Tavolo per il sociale’ voluto alcuni mesi fa dall’ad Fabrizio Salini e coordinato da Giovanni Parapini, l’ex capo della Comunicazione della Rai già senior advisor di Salini per questi temi, che è il direttore in pectore della nascente area.

A Rai per il Sociale fanno capo per cominciare, le due strutture della Responsabilità sociale e della Inclusione digitale. Responsabilità sociale, che è stata finora un pezzo delle Relazioni istituzionali, si occupa delle campagne di raccolta fondi e di campagne di sensibilizzazione su vari temi (autismo, femminicidio etc.) e gestisce le campagne di comunicazione sociale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dei vari ministeri che passano per intenderci attraverso il Dipartimento dell’Editoria. Una mole di attività che Parapini conosce molto bene avendole gestite da direttore della Comunicazione da cui all’epoca dipendevano anche le Relazioni Istituzionali.
L’altro pezzo dell’Inclusione digitale riguarda attività che riportavano al direttore generale Alberto Matassino e a cui si affiancheranno altre competenze sull’Ambiente, il Sociale in genere e i Diritti umani.
La nascita della nuova direzione Rai è stata caldeggiata in Commissione di Vigilanza, da parte di esponenti della maggioranza e opposizione, durante l’ultima audizione di Salini dell’11 luglio. Segnale di una esigenza che arriva dal mondo della Associazionismo e del Terzo settore.
Anche in Rai si avvertiva la necessità di creare un comparto unico per tutte le attività sul sociale che sono sparpagliate tra diverse direzioni (Relazioni istituzionali, Marketing, Bilancio Sociale, Centro studi, Pubblica Utilità, Digital Inclusion e Palinsesto) e Rai per il sociale è il primo tentativo per creare un centro di coordinamento di cui il lavoro del Tavolo è stato la prova generale.