Passaggio di proprietà per la Roma. Annunciata e messa a punto da diverse settimane, l’operazione, che ha portato il club giallorosso dalle mani di James Pallotta a quelle di Dan Friedkin, è stata conclusa ufficialmente il 17 agosto, alla chiusura della Borsa.“Intendiamo rendere la Roma uno dei principali nomi nell’universo calcistico” attraverso “un approccio di investimento sostenibile e a lungo termine”, le prime parole del nuovo proprietario. Ma niente “soluzioni rapide di dubbia durata”, quanto piuttosto l’intenzione di programmare con attenzione il futuro, conservando almeno inizialmente nel Cda Mauro Baldissoni (il manager che più di tutti ha seguito l’iter di approvazione del nuovo stadio di proprietà a Tor di Valle) e il ceo Guido Fienga che già mercoledì volerà a Londra per incontrare il figlio del nuovo padrone, ovvero Ryan Friedkin, e cominciare a gettare le basi della Roma che sarà.

Friedkin ha perfezionato l’acquisizione dell’86,6% del capitale sociale della Roma attraverso la ‘Romulus and Remus Investments’, società a responsabilità limitata con sede legale nel Delaware e operativa a Houston costituita lo scorso 26 febbraio, quando le parti erano a un passo dal concludere l’operazione salvo poi dover rimettere tutto in discussione causa Covid-19.
Friedkin dovrà adesso lanciare un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria sulle rimanenti azioni ordinarie del capitale sociale. Per il 13,4% presente sul mercato pagherà 11,65 eurocent ad azione. L’obiettivo è quello di raggiungere la soglia del 90% per procedere con il ritiro del titolo dal listino.
Nella comunicazione legata all’Opa, Friedkin ha messo nero su bianco le finalità dell’offerta elencando gli obiettivi che vuole raggiungere. In primis “allestire una squadra in grado di competere per le prime posizioni nel campionato nazionale e nelle competizioni internazionali”, poi “introdurre una strategia disciplinata in relazione all’acquisto, sviluppo e cessione dei calciatori al fine di assicurare la solidità finanziaria a lungo termine del club”, quindi “continuare a rafforzare la percezione e la visibilità internazionale del brand Roma”. C’è spazio anche per il capitolo legato all’impianto di proprietà visto che si valuteranno “tutte le opzioni praticabili in relazione alla costruzione del nuovo stadio”.