Rete unica e Rai, la politica si scalda. Fornaro (Leu): Rai deve entrare. Morelli (Lega): Rai “Bella Addormentata”, italianità rischia

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L’ingresso della Rai sarebbe utile da un punto di vista tecnico per l’utilizzo della fitta rete di ripetitori e di siti che Viale Mazzini possiede, attraverso la partecipata Raiway, per integrare quella di Tim. Soprattutto per alcune zone, le cosiddette “bianche”, in cui sarà più difficile portare il servizio. Ma c’è anche un risvolto editoriale non di poco conto che riguarda i contenuti multimediali da far viaggiare in rete”. Lo ha detto il capogruppo di LeU alla Camera Federico Fornaro, componente della Commissione Parlamentare di vigilanza sulla Rai.

Federico Fornaro (Foto ANSA/ MASSIMO PERCOSSI)

“La Rai – prosegue – con la sua vocazione e la sua cultura di servizio pubblico, deve realizzare prodotti che abbiano lo scopo di promuovere conoscenza, inclusione sociale, solidarietà, civismo: in poche parole tutto quello che prescrive la carta costituzionale e che lo Stato le affida. Non solo ma la migliore connettività comporterà un livello di interattività tra il pubblico e le varie amministrazioni e con le sedi
istituzionali che solo un servizio pubblico può realizzare. E poi c’è il capitolo della alfabetizzazione digitale indispensabile per una formazione permanente, che altri soggetti non avranno interesse a realizzare, ma che contribuirà ad attenuare il divario digitale. Senza contare il fatto che la Rai è il più importante archivio documentale dell’ultimo secolo di vita del paese, e deve rimanere a disposizione di tutti i cittadini”,
conclude Fornaro.

Alessandro Morelli (Foto LaPresse – Mourad Balti Touati)

“Consiglio di rimpinguare la rassegna stampa a Viale Mazzini, perché basta sfogliare i giornali per scoprire che sta cambiando il mondo della Tv e dell’infrastruttura tecnologica a cui sarà legata, ma Rai, la principale azienda culturale e informativa del Paese, pare la “Bella Addormentata”, fuori da ogni dibattito. Responsabilità di una guida più attenta a pensare al proprio futuro che all’azienda e di un governo senza visione e famelico di poltrone. Risultato è che la Rai non risulta pervenuta nel dibattito, rischiando di far diventare un incubo la favoletta, lasciando il campo a società che non hanno alcun interesse a promuovere investimenti e progettualità in Italia”. Lo afferma il responsabile Editoria della Lega, Alessandro Morelli.