Commentando i risultati del referendum, Vito Crimi ha passato in rassegna le riforme che i 5 Stelle intendono portare avanti, citando tra queste il “conflitto di interessi”. “Non ci fermeremo, l’informazione è il cuore pulsante di questo Paese e deve essere libera dagli interessi dei privati”, ha detto il capo politico del movimento, che durante il primo mandato di Conte è stato anche sottosegretario con delega all’editoria.

A stretto giro, il segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso, ha commentato con AdnKronos le sue parole. “Premesso che in Italia non esiste una legge sul conflitto di interessi nell’informazione e sarebbe il caso che ci fosse, una qualsiasi normativa in tal senso però dovrebbe inserirsi nel contesto delle norme dei Paesi occidentali”, ha detto, criticando però la “la visione di Crimi”, che a suo dire “non punta a difendere il pluralismo ma, come ha dimostrato quando si è occupato di editoria, a colpire il pluralismo, chi fa informazione libera e chi non la pensa come lui”.
“Aaveva promosso di fatto la chiusura di Radio Radicale, aveva gettato le basi per la chiusura definitiva di tante piccole realtà come i piccoli giornali ma anche quelli di cooperativa”, ha attaccato ancora Lorusso. “La sua visione, ha rimarcato in conclusione, “punta a cancellare l’informazione perché il suo modello deve passare attraverso l’eterodirezione dell’opinione pubblica mediante piattaforme digitali a cominciare da Rousseau”.