Continuano le ripercussioni politiche per il caso di Alexei Navalny, avvelenato nelle scorse settimane. L’Unione europea ha scelto la linea dura e deciso di sanzionare la Russia per la vicenda che ha coinvolto attivista d’opposizione e blogger russo, ora ricoverato a Berlino. A caldeggiare un giro di vite sul caso erano state Francia e Germania che avevano proposto ai partner Ue di sanzionare Mosca, accettando di registrare diverse persone e un’azienda russa in cui viene prodotto il Novichok (il cui uso è vietato) nell’elenco europeo delle sanzioni contro l’uso di armi chimiche. “Sulla proposta franco-tedesca c’è stato una totale via libera da tutti i Paesi, nessuno si è opposto alle sanzioni”, ha detto l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell, dopo l’incontro tra i ministri degli Esteri, senza però menzionare quali persone o entità russe saranno nel mirino dell’Ue.

Alexei Navalny (Foto Ansa – EPA/YURI KOCHETKOV)
Si è anche deciso di aumentare la pressione nei confronti del presidente bielorusso Alexandr Lukashenko e di inserirlo nell’elenco delle persone sanzionabili. I ministri che hanno dato la loro disponibilità ad “adottare ulteriori misure restrittive nei confronti di entità e funzionari di alto rango”, come si legge nelle conclusioni finali. Finora i leader europei avevano evitato di sanzionare Lukashenko nella speranza di costringerlo ad accettare la mediazione dell’Osce e di impegnarsi in discussioni con l’opposizione per organizzare una nuova elezione presidenziale.