“Abbiamo portato avanti questo progetto per senso di responsabilità dettato dall’avere la guida del teatro. Un progetto realizzato con un’orchestra di eccellenti musicisti che conoscono esattamente il mio stile interpretativo; tuttavia è un progetto dettato dall’emergenza. La nostra è una professione pubblica, ma la Scala non è questo: questi sono frammenti di ciò che ci appartiene”. Lo ha detto il direttore musicale del Teatro alla Scala di Milano, Riccardo Chailly, sulla serata ‘A riveder le stelle’ in un’intervista al ‘Corriere della Sera’. “Quella tra teatro e televisione dev’essere una mutua collaborazione. La tv è entrata nel nostro teatro e ci ha seguiti con una tecnologia avanzata. Tutto ciò che può essere di aiuto e di supporto per chi non è vicino al mondo della lirica è utile e necessario”.
Al pubblico dei melomani “bisogna far capire che è stato uno spettacolo creato in fretta, per esserci; non si continuerà su questa strada”. In ogni caso, conclude, “mi auguro che tutto ritorni quello che era, ma con la consapevolezza che ciò sarà un privilegio. L’avanzamento tecnologico è solo un accrescimento. La presenza è imprescindibile”.