Anche in novembre non c’è storia. Andea Scanzi è sempre primo, come da sette mesi a questa parte, nella classifica dei giornalisti sui social stilata da Sensemakers per Primaonline.it sulla base delle rilevazioni di Shareablee.
La firma del Fatto Quotidiano e conduttore, assieme a Luca Sommi, del talk politico ‘Accordi&Disaccordi’ su Nove (la sesta stagione si è conclusa il 20 novembre con una media di 515mila telespettatori) ha totalizzato nel corso del mese 7,8 milioni di interazioni, cioè like, commenti e condivisioni su Facebook, Instagram, YouTube e Twitter. Il triplo del secondo classificato, che è Lorenzo Tosa, già portavoce del Movimento 5 Stelle in Liguria e oggi collaboratore del quotidiano online TPI, oltre che blogger (GenerazioneAntigone.it) e scrittore: in settembre è uscito il suo ‘Un passo dopo l’altro. Viaggio nell’Italia che resiste, nonostante tutto’, edito da Mondadori.
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Scanzi ha fatto quasi l’en plein nella classifica dei best performing post (vedi la seconda tabella): si è aggiudicato infatti nove dei dieci post più performanti, quelli cioè che hanno suscitato il maggior numero di reazioni, sia positive che negative, sui social. Al primo posto, con 217mila interazioni, una vignetta che prende di mira due dei suoi bersagli preferiti, Salvini e Meloni. A Salvini Scanzi ha dedicato un libro di successo, ‘Il cazzaro verde’, pubblicato l’anno scorso da Paper First, la casa editrice del Fatto Quotidiano; ora ha allargato il tiro con ‘La congiura dei peggiori. Da Salvini a Bolsonaro, tutti i figuri che mandano in vacca il pianeta’, uscito in libreria proprio in questi giorni, edito da Rizzoli.
Molti dei suoi post più popolari sono citazioni prese dai social. Come la frase di Gino Strada secondo cui ‘Per ricostruire la sanità pubblica non serve investire denaro, basta che smettano di rubare’ e la lettera di un insegnante contro la tv spazzatura di Barbara D’Urso, Maria De Filippi, Alfonso Signorini, Alessia Marcuzzi, eccetera, “responsabili del decadimento culturale del nostro Paese e del suo imbarbarimento sociale”. Moltissime reazioni hanno suscita anche uno sfogo trovato in Rete contro chi “critica a prescindere”; il discorso di Enrico Brignano ai funerali di Gigi Proietti e la testimonianza di Gerry Scotti sui suoi giorni passati in ospedale, malato di covid, a un passo dal reparto di terapia intensiva.
L’unico tra i Best Performing Post che non è opera di Scanzi l’ha scritto Tosa ed è dedicato a una “donna straordinaria”, Franca Viola, la prima che ha avuto il coraggio, nella Sicilia del 1965, di rifiutare pubblicamente il matrimonio riparatore proposto dal suo ex fidanzato, malavitoso e nipote di un capoclan locale, che l’aveva violentata, poi condannato a 11 anni di carcere. Un gesto che ha aperto la strada alla cancellazione dal Codice penale del matrimonio riparatore e del delitto d’onore, avvenuta però solo 15 anni dopo, nel 1981.
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Al terzo posto nella Top 15 dei giornalisti sale, con 2,6 milioni di interazioni, Enrico Mentana, che in ottobre era quarto. Il direttore del Tg La7 ed editore del quotidiano online Open è stato per molti mesi il re indiscusso dei social, fino allo scorso aprile quando è stato detronizzato da Scanzi e Tosa. In novembre, in occasione delle elezioni americane, Mentana ha condotto una delle sue famose maratone televisive che ha contribuito ad alimentare il dibattito sui social. E hanno contribuito anche le sue critiche alla gestione della pandemia da parte del governo e la difesa a spada tratta dei giovani, che – dice – non sono tutti irresponsabili frequentatori di discoteche come li dipingono certi media.
Nicola Porro, vicedirettore del Giornale, conduttore di ‘Matrix su Canale 5 e titolare del blog Zuppa di Porro, scende dal secondo al quarto posto, con 2,6 milioni di interazioni, 800mila in meno di ottobre. In calo anche le sue video views, scese da 9,4 a 5,8 milioni. Un numero comunque notevole: Porro è secondo solo a Scanzi, che domina anche questa classifica con 21 milioni di visualizzazioni dei suoi video su Facebook e YouTube.
Al quinto e sesto posto si confermano i giornalisti sportivi Gianluca Di Marzio e Alfredo Pedullà, seguiti al settimo posto da Fabio Salamida, collaboratore di TPI come Tosa. Ottavo e Saverio Tommasi, reporter di Fanpage, noto per le sue inchieste sull’emergenza sanitaria e anche perché si offerto come volontario per sperimentare il vaccino contro il covid all’ospedale Spallazani di Roma.
Fabrizio Biasin, capo degli spettacoli e dello sport del quotidiano Libero e assiduo frequentatore di trasmissioni televisive, è nono. Decimo è un altro nome molto noto sui social e non solo: Selvaggia Lucarelli, giornalista del Fatto quotidiano e di TPI, oltre che conduttrice televisiva (‘Cartacanta il quiz’ su Loft) e radiofonica (‘Le mattine di Radio Capital’). In novembre si è scatenata in mille battute polemiche, puntualmente riportate dai media: contro il medico negazionista Mario Bacco, l’infettivologo Matteo Bassetti, l’ex volto di Sky Sport Diletta Leotta, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca (che ha contraccambiato con una querela), eccetera.
Nelle ultime cinque posizioni, oltre a Gabriele Parpiglia del settimanale Chi, Angela Marino di Fanpage, Salvo Sottile della Rai (conduce la rubrica ‘In difesa del consumatore’ su Rai2), e Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, c’è una new entry: Michela Persico. 29 anni, originaria di Albino, in provincia di Bergamo, Persico è entrata in tv come stagista a Telelombardia, nella trasmissione sportiva Qsvs, mentre frequentava l’università, e lì è diventata giornalista pubblicista; grazie a un altro stage è passata a TgCom24, sempre occupandosi di sport; poi a 7Gold, al ‘Processo di Biscardi’, e infine alla Rai, dove ha cambiato genere curando una rubrica di salute e medicina per ‘Detto Fatto’. Quest’anno si è trasferita in Francia, a Rennes, al seguito del compagno, il calciatore Daniele Rugani, prestato dalla Juventus alla squadra del capoluogo bretone. Qui il 18 settembre 2020 è nato il loro primogenito, Tommaso. Ora, in attesa di tornare in tv, Michela Persico si dedica alla pubblicità, come testimonial per Lèonie Chapeau, produttore francese di cappelli.
Claudio Cazzola
Per segnalazioni: cazzola@primaonline.it
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