Nessuna illegittimita’ nella procedura e nella delibera con la quale nel febbraio dello scorso anno
l’Agcom ha accertato la violazione da parte della Rai del Contratto di servizio, contestando che i suoi listini pubblicitari non hanno alcuna rispondenza con i prezzi effettivamente praticati, ordinando l’eliminazione dell’infrazione e imponendo una serie di ademimenti. Lo ha
deciso il Tar del Lazio con una sentenza con la quale ha in parte dichiarato inammissibile e in parte respinto un ricorso proposto dalla stessa Rai.
I giudici, spiega Ansa, hanno ritenuto che l’oggetto dell’indagine Agcom “non costituisce un’indebita compressione della liberta’ di iniziativa imprenditoriale in capo alla societa’ ricorrente avendo di mira che, in ragione dello svolgimento di compiti di verifica espressamente previsti dal contratto di servizio,l’attivita’ di raccolta pubblicitaria sia effettuata secondo iprincipi e i limiti che caratterizzano lo statuto della
concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo”, nonche’che “l’esercizio del controllo corrisponde alle prerogative chel’ordinamento assegna all’Autorita’ in tema di servizio pubblicoradiotelevisivo”.
Rispondendo alla censura di carenza di elementi probatori asupporto della delibera, il Tar ha ritenuto che “la censura nonha pregio”, escludendo “una carente individuazione deicomportamenti contestati”. In tema, poi, di ritenuta “assenza dimotivazione (e di supporto probatorio) in ordine alla presunta
violazione del principio di non discriminazione”, per i giudici”il motivo non ha pregio” in quanto “l’intervento dell’Agcom nonha come presupposto l’accertamento di una precisa condotta
discriminatoria, ma piuttosto il mancato assolvimento degliobblighi di trasparenza tariffaria. E’ proprio l’assenza diadeguata trasparenza su questo piano che costituisce una fontedi pericolo per la parita’ di trattamento e una causa dipossibili atteggiamenti discriminatori. La delibera risultadunque gia’ compiutamente motivata sulla base dell’accertatainadeguatezza della prassi tariffaria messa in atto in un quadroinformativo carente e foriero di comportamenti opportunistici oarbitrari”.
Anzaldi (Iv), “Dopo bocciatura Tar su dumping qualcuno si dimetta”
“Il Tar boccia la Rai, la delibera con la quale l’Agcom ha sanzionato il servizio pubblico per dumping pubblicitario è pienamente legittima, così come erano legittimi i rilievi mossi sulla questione dalla commissione di Vigilanza Rai. In un paese normale, se l’autorità di garanzia sanziona l’azienda pubblica perché la coglie in fallo, l’azienda pubblica chiede scusa e subito torna a rispettare pienamente le regole. La Rai, invece, ha addirittura contestato l’arbitro ed ha perso. Ora sarebbe lecito attendersi le dimissioni di qualcuno in Rai, ma sarebbe lecito anche attendersi che le spese legali di questo inutile ricorso le pagassero di tasca propria i dirigenti che hanno deciso di ricorrere”. Lo scrive su Facebook il deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi.
“E’ inaccettabile che i soldi del canone dei cittadini – prosegue Anzaldi – vengano sprecati in questo modo, addirittura per fare ricorso contro l’autorità di garanzia. Credo che ricorsi del genere debbano essere proibiti al servizio pubblico”.