Come integrare l’economia e l’ecologia. Se ne è parlato al forum di Davos durante l’incontro ‘Building a Net-Zero, Nature-Positive Economy’.
Mentre un entusiasta Al Gore annunciava “America is Back!”, perché con la presidenza Biden l’interesse per i temi della sostenibilità tornano centrali, Marco Bizzarri ha tracciato la strada su cui Gucci si sta impegnando.
“Tutti sappiamo – premette il ceo – che la moda rappresenta il 10% delle emissioni di Co2, è la seconda industria nel mondo per inquinamento e per questo siamo quotidianamente sotto osservazione”. Ciò significa anche che è necessario non solo ridurre l’apporto inquinante, ma trovare un modo per andare oltre e per comunicarlo. Uno dei passi per testimoniare il proprio impegno è ‘Gucci Equilibrium’, spazio in cui l’azienda pubblica sul proprio sito tutto ciò che sta facendo per il benessere del mondo.

La moda, prosegue Bizzarri, non è un mondo a sé stante, “ha a che vedere con l’agricoltura, le foreste, le miniere, il food”, industrie cui è legata per le materie prime e la produzione. La prima svolta quindi è il passaggio dall’obiettivo della ‘carbon neutralità’ a quello dell’agricoltura rigenerativa, intervenendo dove “abbiamo maggiore possibilità di controllo”. Con un obiettivo: “Far incontrare business e biodiversità”.
In questa prospettiva rientra il nuovo ‘Natural Climate Solutions Portfolio’ di Gucci a tutela della natura, con interventi di ricostituzione di foreste e mangrovie in aree a rischio deforestazione, progetti che stanno prendendo vita in Kenya, Patagonia, Honduras.

In Honduras, per esempio, Gucci ha investito, con South Pole, nel ‘Muskitia Blue Carbon Redd+’, per proteggere dalla deforestazione circa 5mila ettari di mangrovie e oltre 285mila di foresta: le mangrovie immagazzinano anidride carbonica fino a dieci volte in più rispetto alle foreste terrestri, tuttavia il 30-50% delle mangrovie del mondo sono già andate perse e la loro distruzione continua a un ritmo
del 2% l’anno.
Nel frattempo, l’azienda si sta impegnando per “supportare la transizione dall’agricoltura chimica intensiva a quella rigenerativa, un nuovo modello di business – assicura Bizzarri – che garantirà agli agricoltori ritorni economici “.
Infine, alla domanda posta dal moderatore del forum Carlos Manuel Rodriguez, ceo del Global Environmental Facility che riunisce 184 Paesi nell’impegno per la salute del mondo, sulla collaborazione fra il settore pubblico e quello privato, Marco Bizzarri ha risposto: “Fino a un anno fa avrei detto che l’industria privata dovrebbe fare da sé; adesso, con l’arrivo della pandemia, e l’indebolimento delle nostre imprese, penso che pubblico e privato debbano collaborare per la sostenibilità anche finanziaria dei progetti a favore dell’ambiente”.