Notizie e approfondimenti quotidiani sul digitale a cura di Reputation Manager, la società di riferimento in Italia per l’analisi, la gestione e la costruzione della reputazione online.
Con il Covid italiani sempre più connessi. L’emergenza sanitaria e i cambiamenti sociali hanno fatto aumentare l’utilizzo della rete da parte degli Italiani. I quali, secondo i dati Comscore, a dicembre 2020 hanno trascorso in rete il 26% di tempo in più rispetto ad un anno prima.
Spotify triplica il rosso, ma balzano gli utenti. Spotify, società svedese di streaming musicale numero uno al mondo, ha annunciato una perdita netta triplicata nel 2020, a causa delle elevate spese operative, ma ha registrato un considerevole aumento degli utilizzatori. Alla fine del 2020, Spotify aveva 345 milioni di utenti attivi, ovvero il 27% in più in un anno, inclusi 155 milioni di abbonati paganti (+24%).
Ungheria contro i big della Rete. Judit Varga, ministro della Giustizia ungherese, ha accusato i social media di mettere in atto «una censura deliberata e ideologica», riporta oggi Il Sole 24 Ore. Il Governo di Budapest ha fatto sapere che, dopo i fatti di Capitol Hill e la censura imposta a Trump, «non tollererà ulteriori violazioni alla libertà di parola» e ha annunciato che presenterà in primavera «un progetto di legge per regolamentare le operazioni in Ungheria dei grandi gruppi delle tecnologie». Budapest seguirà così l’esempio della Polonia che ha già definito alcune misure per contrastare lo strapotere di chi gestisce i social media e «i pregiudizi che colpiscono la destra».
TikTok inibito ai minori di 13 anni dal 9 febbraio. Raggiunta l’intesa con il Garante privacy, intervenuto all’indomani della morte della bimba di 10 anni a Palermo, Tiktok ha annunciato la riattivazione dal 9 febbraio del processo di verifica che impedisce l’accesso ai minori di 13 anni. Introdotto anche un pulsante nella app per segnalare account che possano appartenere a minorenni.
Sblocco impronte potrebbe tornare su iPhone, causa mascherina. Complice il coronavirus sul prossimo iPhone potrebbe tornare il Touch ID, il sistema di sblocco con le impronte digitali, più agevole del riconoscimento facciale Face ID ora messo alla prova dall’uso delle mascherine. Se ne parla da tempo, ma questa volta a sostenerlo è il Wall Street Journal, convinto che Cupertino stia lavorando per proporlo già con la prossima linea di iPhone.
La privacy di Clubhouse. I messaggi vocali scambiati sul social, una volta chiusa la stanza, vengono cancellati. C’è una sola eccezione, scrive Il Sole 24 Ore. Nel caso di violazioni segnalate, gli audio vengono trattenuti per accertarle. La piattaforma, quindi, ha le sue regole: chi accede deve farlo con il proprio nome e verificare l’identità. L’iscrizione è possibile solo dopo aver compiuto 18 anni e non sono consentiti “abusi, bullismo e molestie nei confronti di nessuna persona o gruppo”. Tutti (quindi non solo i moderatori) possono segnalare abusi. In caso di violazione la piattaforma prevede una serie di provvedimenti. Ci vuole qualcuno che denunci. Ed è questo il primo bug: se tutti sono d’accordo nell’incitamento all’odio anche se è vietato nel regolamento il fatto non è commesso.
Pay tv in calo, cresce lo streaming. La fotografia mostrata dal Report Media & Entertainment dell’Area Studi di Mediobanca lascia poco spazio ai dubbi: il giro d’affari del settore radiotelevisivo italiano è in flessione. Il calo dei ricavi del primo semestre è stato del 10,7% annuo, con un impatto marcato soprattutto sul settore radiofonico (29,4%), che era stato l’unico a mostrare una crescita nel 2019. A livello di mercato, emerge la sostanziale concentrazione ormai cronica del comparto: Rai, Mediaset e Sky Italia detengono l’85% dei ricavi televisivi, con Sky che guida a 3,1 miliardi. La vera competizione, secondo gli analisti, si è ormai spostata sul fronte dello streaming. Netflix, ad esempio, nel periodo 201519 ha messo a segno una performance del 31,3%, crescita aggregata di circa dieci volte superiore alla media dei broadcaster tradizionali.
Il CEO di Parler è stato licenziato. Dopo che il social è stato in gran parte oscurato dal web, il CEO e co-fondatore di Parler John Matze afferma di essere stato licenziato dal consiglio di amministrazione della sua azienda. A riferirlo, un memo ottenuto da Fox News e dal The Wall Street Journal e un messaggio di testo di conferma che Matze ha inviato a Reuters.