TikTok è l’app (non gaming) più redditizia a livello globale, supera Tinder e YouTube. Da domani si dovrà reinserire la data di nascita
A gennaio TikTok è stata l’app (non di giochi) più redditizia a livello globale: ha ottenuto quasi 128 milioni di dollari da parte di utenti paganti, incrementando il fatturato di 3,8 volte rispetto allo stesso periodo del 2020.
È l’analisi di mercato di SensorTower. In questi giorni TikTok è stata al centro di un provvedimento del Garante Privacy per l’accesso dei minori, tanto che da domani 9 febbraio gli account saranno bloccati e gli utenti dovranno reinserire la data di nascita per continuare a usare l’app.
Tornando ai profitti, la seconda app più redditizia, sempre non gaming, è stata Piccoma, un servizio di abbonamento manga giapponese (ha guadagnato 96 milioni di dollari a gennaio 2021); seguono, nella lista, YouTube, Tinder e Tencent Video.
Come ricorda Ansa, TikTok è di proprietà della società cinese ByteDance ed è molto usata dagli adolescenti per condividere brevi video musicali e anche per le hashtag challenge, competizioni online a tema. I grandi marchi riescono a raggiungere un pubblico difficile da intercettare, che va dai 18 ai 25 anni. La misura presa da TikTok, che entra in funzione da domani, è solo la prima di una serie intraprese per venire incontro alle obiezioni del Garante Privacy italiano, allo scopo di impedire l’accesso ai minori di 13 anni.
60% adolescenti d’accordo per divieto under 14 – Sei adolescenti su dieci sono d’accordo con la decisione del Garante della Privacy di vietare l’utilizzo del social TikTok ai minori di 14 anni e reputa necessario un controllo più serrato per verificare l’età effettiva degli utenti. Il sondaggio è stato rivolto dai ragazzi di Radioimmaginaria, il network europeo degli adolescenti dagli 11 ai 17 anni, a un campione di circa 250 adolescenti a seguito della morte a Palermo di una bambina di 10 che aveva emulato una sfida estrema su TikTok.
Secondo i dati raccolti dal sondaggio, la maggior parte dei ragazzi ha detto che a 14 anni non si è ancora maturi e responsabili per potere gestire al meglio il mondo dei social, definito da alcuni come un ‘luogo pericoloso’ e un ‘mezzo troppo potente’ pieno di trappole nelle quali è facile cadere, soprattutto quando si è così piccoli. Altri intervistati credono che bisognerebbe educare i bambini ai pericoli dei social fin dall’infanzia e che alzare l’età minima vorrebbe dire solamente rimandare il problema.