Come anticipato da Primaonline.it, Rai ha lanciato oggi la nuova piattaforma RaiPlay Sound, che offre contenuti originali audio disponibili in streaming e per l’ascolto offline, oltre che il live streaming e l’ascolto on demand di tutte le trasmissioni in onda sui canali radio diretti da Roberto Sergio. La nuova app RaiPlay Sound sarà disponibile tra maggio e giugno e sostituirà RaiPlay Radio.

La presentazione dell’app è avvenuta oggi con la partecipazione dei vertici dell’azienda Marcello Foa e Fabrizio Salini, con il ‘padrone di casa’ Roberto Sergio e l’intervento di Elena Capparelli, direttrice RaiPlay e Digital, e Stefano Ciccotti, chief Technology Officer Rai. Ospiti speciali Renzo Arbore e Fiorello, che potrebbe prendere parte attiva nel lancio della piattaforma e non solo.

La presenza dei massimi esponenti di Viale Mazzini ha sottolineato la portata del varo di quella che non è solo una piattaforma dove ascoltare facilmente e su qualsiasi device qualunque contenuto audio prodotto dalla Rai (una vastità e ricchezza unici, quindi) ma soprattutto il fronte su cui l’azienda si confronterà sul mercato nazionale e internazionale. “La sfida vera è fuori”, dice Sergio, “fuori dalle radio, fuori dai confronti fra editori radio, fuori dal mondo dell’on air. Non a caso, non ragioniamo oggi sui dati di ascolto dell’universo Ter, che pure ci hanno visto in crescita in termini di share. Oggi il mondo è cambiato. I nostri competitor non sono più Radio Deejay o Rtl. I nostri competitor sono Spotify, Audible, YouTube. I nostri talent devono confrontarsi non tanto con gli speaker delle altre radio, ma con il podcast dei The Jackal su Spotify”.
Gli obiettivi sono alti. “Vogliamo diventare leader nel settore del podcasting e dei contenuti audio digitali, offrendo ai diversi cluster di utenti un’offerta podcast dedicata”, dice Roberto Sergio. “E’ qui che ci giochiamo la partita, avendo competenze, risorse, contenuti. Ecco perché con Rai Play Sound portiamo alle persone quello che le persone vogliono: contenuti originali, verticali, interessanti. Stiamo parlando soprattutto dei podcast, una modalità di ascolto on demand che in Italia è stata finora sottovalutata. Rai Play Sound sarà l’hub dei Podcast, a cominciare da quelli della radio, ma proseguendo per quelli che potranno nascere da esperienze e talent televisivi”.
Su RaiPlay Sound ci saranno quindi podcast originali, la possibilità di ascoltare la diretta dei 12 canali Rai Radio e di navigare i palinsesti riascoltando programmi già andati in onda. Rai Radio sarà la principale “factory” produttiva dei contenuti e, come spiega Elena Capparelli, sono moltissimi gli sviluppi e gli impieghi che può avere l’audio digitale (che durante il lockdown ha conosciuto un incremento del 30%): “prodotti originali, spin off televisivi, contributi in altre lingue, audiolibri, contenuti legati a sport e sociale e tanto altro”.
Rai Play Sound “completa la rivoluzione digitale che abbiamo avviato tre anni fa”, commenta il direttore di Rai Radio, “non è un upgrade di Rai Play Radio, che verrà chiusa quando partirà la nuova app, e neppure di un catalogo di contenuti audio, ma di un nuovo hub dedicato all’ascolto digitale a 360 gradi. Rai Play Sound è un ulteriore tassello al percorso che ha portato una struttura analogica e poco moderna come era Rai Radio pochi anni fa fino a diventare il fiore all’occhiello delle grandi produzioni digitali Rai. Un cambio di passo che è stato possibile grazie alla virata digitale, che ha portato a riprogrammare tutti i flussi di lavoro, partendo dal rifacimento degli studi, oggi dotati delle più avanzate tecnologie, capaci di ospitare show multimediali in 4k come Viva Rai Play, AmaSanremo e i due show-evento di Claudio Baglioni e Fiorella Mannoia”.

Roberto Sergio ha anche fatto il punto sulla visual radio, fiore all’occhiello della rivoluzione digitale di Rai Radio. “Abbiamo deciso di accendere le telecamere negli studi di Radio 2 per un motivo ben preciso: avere la possibilità di contattare nuovo pubblico sui social attraverso la modalità visiva (l’unica premiante sui social). E così è stato, dal momento che Radio 2 è stata la radio più vista e cliccata su Facebook nel 2020 e ha registrato oltre 200mila nuovi fan, a conferma dell’efficacia della visual radio in termini di impatto sui social. In più, la convergenza digitale ci ha portato sui televisori connessi. Il risultato è che oggi abbiamo un vero e proprio canale video di intrattenimento h24, a un costo irrisorio se paragonato all’acquisto di un canale su digitale terrestre. Un elemento tutt’altro che trascurabile, in anni in cui i budget produttivi sono sempre fisiologicamente in riduzione. E anche da questo punto di vista, i numeri ci stanno dando ragione: Radio 2 visual si posiziona ogni settimana fra i canali più visti nel bouquet streaming Rai, con tempi di permanenza che si attestano sui 40 minuti medi per visione”.
Sergio ha poi citato il mondo degli aggregatori, evidenziando il dato di TuneIn, la piattaforma leader in questo settore. Oltre 1 milione e mezzo di persone hanno almeno una radio Rai nei propri preferiti di TuneIn. Ancora, il Direttore ha ricordato gli altri ambiti in cui l’ascolto digitale si sta declinando con forza: gli smart speaker e i fenomeni nascenti come Clubhouse e tutte le altre app che nasceranno sulla stessa scia.