Calcio e diritti tv. Chi altro gode se Dazn (che sta rafforzando la concessionaria) batte Sky?

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La gara per la polpa dei diritti tv della Serie A – se venerdì le cose si dovessero sbloccare nell’assemblea di Lega appositamente programmata – potrebbe quindi vincerla Dazn. Che ha offerto 840 milioni di euro (per 7 partite su 10 a giornata in esclusiva e 3 in co-esclusiva, con Sky che offre 70 milioni di euro per le tre partite in co-esclusiva). Sul pacchetto principale, il cosiddetto Gold, l’offerta di Sky si è fermata a 750 milioni. L’esito della sfida a favore della società del magnate russo Leonard Blavatnik (che al momento avrebbe ricavi in ​​Italia per circa 190 milioni) non è però per nulla scontato. Anche se il fronte pro-DAZN in Lega sembra essere in vantaggio: dieci club, tra cui Juventus, Milan, Inter e Lazio, sarebbero pronti a votare immediatamente la proposta, facendo così traslocare il campionato italiano sulla piattaforma streaming. Ancora in dubbio sarebbe invece l’altra metà dei club, tra cui Roma, Torino e alcune ‘piccole’.

Qualche garanzia in più sulla credibilità e la forza della proposta della piattaforma di streaming, è arrivata per i presidenti dei club dalla notizia che in questa sfida Dazn può contare sul supporto commerciale del colosso nazionale delle tlc. La società partecipata anche da Cdp e con Vivendi maggiore azionista, offre alla piattaforma che ha come volto trainante Diletta Leotta un minimo garantito da 340 milioni a stagione in cambio del fatto che – ha spiegato una nota ufficiale, “TIM si qualificherebbe come operatore di telefonia e Pay Tv di riferimento per l’offerta dei contenuti di DAZN in Italia”.

La società di cui è ceo Luigi Gubitosi, inoltre, presterebbe a Dazn – visto che molti osservatori hanno messo in dubbio la possibilità di trasmettere senza intoppi della connessione e senza un deficit grave della qualità dell’emissione anche le partite più seguite del torneo – anche una non esattamente definita partnership tecnologica. La collaborazione partirebbe da luglio 2021 e comprenderebbe tutta l’offerta di contenuti sportivi live e on demand di DAZN. E inaugurerebbe una fase totalmente nuova della gestione e della distribuzione dell’asset più importante del sistema calcio nel nostro Paese. Che si potrebbe a tutti gli effetti definire rivoluzionaria.

In questo momento l’appassionato di calcio ‘costretto’ – anche causa pandemia – a vedere le partite di Serie A solo in tv, può attingere in via principale a Sky, che garantisce la visione via satellite e via digitale terrestre – con la massima qualità attualmente possibile, dalla standard definition al 4 k passando per l’alta definizione – e via streaming (Now Tv) e in modalità mobile e altri device (skygo) di quasi tutti i match. Le partite sulla app di Dazn, infatti, sono visibili tramite SkyQ e, infine, sul canale 209 di Dazn1 su Sky. In questo momento TIM Vision, inoltre, veicola l’offerta di Now Tv e di Dazn. Mentre Dazn stessa dispone, oltre che la parte meno numerosa delle partite della Serie A, anche gli incontri della Liga spagnola e della Serie B (diritti che sono però ora in discussione), avendo pure in dotazione, tra le altre cose, anche i diritti tv delle gare del Motomondiale (assieme a Sky) e rilanciando pure – come la pay guidata da Maximo Ibarra – anche i due canali di Eurosport.

 

La convenienza di TIM Vision e quella – eventuale – di Mediaset

Nel nuovo assetto, se Dazn si aggiudicasse il pacchetto principale di partite messo all’incanto dalla Lega Calcio, considerati i termini dell’accordo TIM/Dazn e la fine del contratto di collaborazione incipiente con Sky della stessa Dazn, le cose sarebbero molto diverse. TIM Vision – senza avere partecipato ad alcuna gara ed essersi assunta alcun rischio diretto – si troverebbe a poter contare sulle partite della Serie A e, molto probabilmente, anche sulle partite della Champions League, visto che Mediaset ha acquisito l’emissione via streaming della parte preponderante delle partite del massimo torneo continentale e vorrebbe conferirle ad Infinity o a Mediaset Play per monetizzare in forma pay. Il calcio che conta si troverebbe così spostato su TIM – con il ruolo di Sky messo in discussione nella sua storica centralità. E la Serie A, oltretutto, potrebbe divenire un terreno ed un argomento utile per facilitare una risoluzione win win della lunga contesa in corso tra Cologno e Vivendi, favorendo magari un riassetto armonico della compagine societaria del principale attore del nostro mercato delle tlc.

Nel nuovo scenario a Sky – dotata della polpa di Champions League, Europa League e della nascente Conference League, ma senza una massa critica di match della Serie A – verrebbe a mancare, oltre che uno dei principali motori degli abbonamenti, anche un formidabile attivatore di pubblicità. I centri media stimano a 120 milioni il potenziale che il torneo sviluppa per la raccolta pubblicitaria di SkyMedia, considerato pure tutto il contesto di trasmissioni, canali, racconto, riverbero e indotto che genera in senso più generale sulla raccolta di adv della pay. Un potenziale che è assai improbabile che la concessionaria di DAZN – che sarebbe al momento in fase di precauzionale rafforzamento – possa essere in grado di sviluppare velocemente. Anche perché è molto difficile che fin dall’inizio lo streaming, anche supportato da TIM e senza problemi tecnologici montanti – possa generare il pubblico che invece è già in tasca alla piattaforma guidata da Maximo Ibarra. Un pubblico che è abituato a fruire il calcio nella qualità top e con l’impaginazione ed il contesto premium che ha fin qui caratterizzato la proposta di Sky. Un gap che certamente produrrà un qualche vantaggio per chi invece – come ad esempio Publitalia – potrà schierare un’offerta calcio che, tra Champions e pay, eventuale posticipo di Serie A free, e altri assett affini, che sarà certamente in grado di surrogare almeno in parte l’esigenza dei brand che vogliono raggiungere il target del calcio in un contesto come quello fin qui garantito da Sky.