Il consiglio dei ministri ha approvato i cinque decreti legislativi per l’attuazione della riforma dello sport, presentati lo scorso autunno dall’ex ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora.

I decreti, che toccano importanti temi quali lavoro sportivo e impiantistica, erano in scadenza il 28 di febbraio. Entro quella data dovevano essere approvati dal consiglio dei ministri, pena la loro decadenza e la ripartenza dell’iter della riforma dall’inizio. Proprio per questa ragione è stato possibile inserire l’esame dei decreti all’ordine del giorno del consiglio anche senza che le commissioni parlamentari avessero espresso il loro parere (consultivo) e mentre da alcune parti si tentava una mediazione, viste le diverse linee nella maggioranza, per lo slittamento dei termini di scadenza.
Tra le novità di maggior rilievo dei provvedimenti c’è il riconoscimento della figura del lavoratore sportivo, grazie a cui dal 22 luglio prossimo si potrà procedere alla regolarizzazione con versamenti previdenziali dei lavoratori che percepiscono redditi superiori al 10mila euro annui (no tax area), e l’abolizione del vincolo sportivo, che entrerà in vigore tra 5 anni. I decreti inizialmente erano 6, ma quello relativo alla governance è diventato decreto Cio, sull’autonomia del Coni, approvato nell’ultimo cdm del governo Conte II.