Il passaggio da Sky a Dazn dei diritti tv del calcio della Serie A è un fatto ‘eversivo’ per gli equilibri precostituiti di tutto il sistema allargato delle comunicazioni, e non solo per le tv. In revisione profonda ci sono abitudini consolidate di fruizione dei consumatori finali, tecnologie e piattaforme, organizzazioni editoriali e produttive, con riflessi importanti anche dal punto di vista del marketing e della pubblicità.
Dazn e Tim vanno dunque lancia in resta all’attacco di Sky. E considerate le dichiarazioni ufficiali, nel caso di TIM, l’obiettivo non sono solo i circa 2,8 milioni di sottoscrittori che prediligono il calcio, ma tutto il parco dei sottoscrittori della pay (4,750 milioni). E probabilmente anche il rallentamento dell’operazione Sky Wifi.
Per cominciare a capire che portata avra’ la svolta per Sky, ma anche per tutti gli altri attori a vario titolo coinvolti, bisognerà aspettare fino a domani, lunedì 29 marzo alle 18. E’ fissata per quell’ora infatti, la decisione sull’ultimo capitolo della gara dei diritti tv della Serie A rimasto ancora aperto. Assegnati a Dazn/Tim i pacchetti 1 e 3 con tutti i match di ogni singola giornata, rimane in gioco l’assegnazione del pacchetto 2, per cui esiste già una offerta di Sky da 70 milioni, e che riguarda la co emissione della gara delle ore 20.45 del sabato, della partita delle ore 12.30 della domenica e del match delle ore 20.45 del lunedì.
Lunedì, quindi, diventerà chiaro se i club che hanno fatto scattare il quorum a favore di Dazn,(Sampdoria, Genova, Sassuolo e Crotone )lo hanno fatto dopo avere avuto rassicurazioni sul fatto che Sky non sarebbe stata tagliata fuori del tutto dai giochi o se l’hanno fatto a prescindere. Si è parlato – riguardo a questo punto – di una mediazione del presidente del Milan, Paolo Scaroni, per cercare una minima ricomposizione in uno scenario pacificato, si vedrà se esiste l’intenzione di coinvolgere (sia pure marginalmente) Sky nel nuovo assetto, con il peso sportivo del pacchetto 2, che potrebbe servire a svelenire il contesto e a stemperare
le reazioni che stanno già arriverando.
Polemiche e querelle legali che a Sky dicono caratterizzeranno le prossime settimane e forse perfino i prossimi mesi. Senza considerare le agitazioni dei più di 2000 lavoratori tra giornalisti, tecnici, e impiegati di Sky che da mesi sono molto preoccupati per il loro destino che prevedeva tagli di organici (si parlava di circa 300 persone) ancora prima del verdetto negativo della Lega. Una riorganizzazione del lavoro lasciata in stand by in attesa di capire come finiva la partita con la Serie A.
Il cui esito anche sul secondo pacchetto non è scontato. Girano infatti le voci di una potenziale offerta Mediaset da 90 milioni per gli stessi diritti del pacchetto 2.
E poi non c’è dubbio che sul ruolo reale di Tim all’interno della gara e sui profili di legittimità che conseguiranno in termini di antitrust dal nuovo equilibrio venutosi a creare, non sarà solo il campione della pay tv via satellite a chiedere conto alle Authority. Secondo Il Sole 24 Ore, Vodafone avrebbe già inoltrato una preventiva richiesta di chiarimenti alle autorità preposte.
Intanto, in attesa dell’appuntamento con la Lega, Sky ha prodotto un comunicato non del tutto interlocutorio. In esso si sottolinea la forza del complesso della sua offerta sportiva, che va oltre la presenza della Serie A nel bouquet dei diritti detenuti e contempla, tra le varie cose le “oltre 400 partite tra UEFA Champions League, UEFA Europa League e UEFA Europa Conference League, ed il grande sport in diretta con i motori, il tennis, il basket NBA, il rugby e molto altro”. E si rimarca pure che la forza della pay non è legata solo al calcio e allo sport, a anche a news, serie tv e intrattenimento. “Continueremo ad investire nei nostri Sky Original, per dare ai nostri abbonati ancora più contenuti di successo come Gomorra, Diavoli e Petra, nel lancio di nuovi canali Sky e nelle tecnologie più innovative, come abbiamo fatto lanciando Sky Wifi, il servizio ultra broadband che ci permette di arricchire la nostra proposta commerciale e di offrire ai nostri clienti ancora più opportunità per scegliere Sky”.

La reazione di Sky: ma i limiti della sentenza sul caso R2 la vincolano fino al 2022
Il documento di Sky prosegue elencando la lunghissima lista di eventi di cui dispone la pay. Ma per l’azienda italiana di Comcast il problema più serio – che è già emerso in maniera eclatante nella gara persa per le partite della Serie A – è quello di non potere per adesso procurarsi diritti tv esclusivi. Un vincolo che vale anche per le strategie del prossimo futuro, fino al 2022. Sky ha le mani legate perché rimane cogente il divieto di detenere esclusive sul canale Iptv, deciso dall’Agcom, in seguito all’operazione (poi non finalizzata) dell’acquisizione di R2 societa di MEDIASET vincolo che era stato sospeso dal Tar, ma poi ribadito da una sentenza del Consiglio di Stato del maggio 202O.
Per la media company si tratta di una limitazione che ora più che mai appare ridurre in maniera severa i margini di attività e di efficacia della propria proposta in un terreno, quello della pay tv, in cui la possibilità di offrire in esclusiva contenuti premium rappresenta l’aspetto elettivo del posizionamento. Per paradosso in questa fase, piuttosto che rilanciare su questo terreno dei diritti tv (visto che sarà sempre possibile per tutti i competitor acquisire i diritti Iptv, qualunque cosa Sky compri) sarebbe forse più premiante indirizzare una parte del ‘tesoretto’ risparmiato perdendo la gara (750 milioni l’offerta che non è andata in porto), sulle proprie produzioni originali.
Un precedente utile a cui fare riferimento, da questo punto di vista, potrebbe essere la sconfitta di Sky nella sfida per i diritti tv della Champions League per il triennio 2015-2018, finiti a Mediaset per Mediaset Premium. La pay ai tempi riuscì a difendere bene il proprio parco abbonati allargando, enfatizzando e promuovendo il resto dell’offerta. E aspettando al varco il competitor che aveva scommesso 700 milioni per tre anni ma, alla fine, non sopravvisse al tentativo di soppiantare Sky come piattaforma di riferimento.