Due giorni fa Florentino Perez spiegava come l’ingresso in Super League fosse vincolante per le squadre, impedendo dunque la fuoriuscita dei club dall’accordo. Come riportato dal Financial Times, però, il tema di una “exit clause” (clausola d’uscita) per i club coinvolti nella Superlega era parte dell’accordo. I 12 club fondatori della Super League avevano concordato delle clausole di uscita, progettate per mantenerli nella competizione una volta raccolti i soldi per finanziare il progetto.
Secondo queste clausole, i club avevano concordato di non abbandonare la nuova competizione prima di giugno 2025. Da quella data in poi, i membri, avrebbero comunque dovuto comunicare la volontà di uscire almeno con una stagione di anticipo. In quest’ottica, i club sarebbero stati tenuti a rimborsare parte della “sovvenzione infrastrutturale” iniziale, i 3,25 miliardi di euro destinati a essere suddivisi tra i 15 club fondatori della Superlega e ottenuti tramite un finanziamento da parte della banca statunitense JpMorgan Chase. Secondo l’analisi del quotidiano britannico, le sanzioni sembrano dipendere dal flusso di denaro in favore delle società, eventualità che non si è verificata dato che l’allontanamento dei club è avvenuto appena due giorni dopo l’annuncio ufficiale del torneo.
Tuttavia, secondo il Financial Times permangono dei rischi legali per i club mentre il progetto fallisce. Secondo alcune fonti, le 12 società che hanno accettato di partecipare hanno firmato contratti vincolanti. I restanti club della Superlega potrebbero dunque citare in giudizio coloro che stanno uscendo nel tentativo di far rispettare l’accordo, anche se non è chiaro quali siano le eventuali responsabilità per i club.