Mentre è già scattato il conto alla rovescia per il rinnovo dei vertici Rai, sul palco del Primo maggio scoppia la scintilla della polemica più violenta di questo mandato, forte l’enorme popolarità di Fedez che vuole dire la sua contro la Lega e l’omofobia e alla fine lancia l’accusa di censura. E sembra un po’ uno scontro epocale, SCRIVE aNSA, perchè mette a confronto sull’idea di libertà d’espressione il servizio pubblico con la cassa di risonanza dei social.
Al centro la politica che non si fa pregare e vede scendere in campo contro Viale Mazzini i suoi esponenti di primo piano, da Giuseppe Conte a Luigi Di Maio, da Enrico Letta a Nicola Zingaretti, da Andrea Orlando a Stefano Patuanelli. Tanto che alla fine Matteo Salvini , da cui tutto ha origine, finisce col chiosare: “Fedez e Rai 3, polemica tutta interna alla sinistra. Artista di sinistra, “censori” di sinistra. Viva la musica e la libertà. Aspettiamo che qualcuno paghi e si dimetta”.
Registrazione della telefonata di Fedez con i funzionari e organizzatori Concerto 1 maggio
[videojs youtube=”https://www.youtube.com/watch?v=uEICa_cbXBQ”]
Tutto inizia, ricorda Ansa, sulle prime note del Concertone quando la Lega scrive in una nota firmata da senatori e deputati in Vigilanza Rai che “se Fedez userà a fini personali il concerto del 1 maggio per fare politica, calpestando il senso della festa dei lavoratori, la Rai dovrà impugnare il contratto e lasciare che i sindacati si sobbarchino l’intero costo dell’evento”. L’artista prima della sua esibizione risponde su Instagram: “E’ la prima volta che mi succede di dover inviare il testo di un mio intervento perché venga sottoposto ad approvazione politica, approvazione purtroppo che non c’è stata in prima battuta o meglio, dai vertici di Rai3 mi hanno chiesto di omettere dei partiti e dei nomi e di edulcorare il contenuto. Ho dovuto lottare un pochino, ma alla fine mi hanno dato il permesso di esprimermi liberamente. Come ci insegna il Primo Maggio, nel nostro piccolo dobbiamo lottare per le cose importanti. Ovviamente da persona libera mi assumo tutte le responsabilità e le conseguenze di ciò che dico e faccio”. Poi nel momento del massimo ascolto, dal palco, si esprimerà liberamente puntando il dito in particolare contro il senatore leghista Ostellari reo di ostacolare il ddl zan e contro tutto la Lega citando frasi omofobe con nomi e cognomi, (“Se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno”, Giovanni De Paoli, consigliere regionale Lega Liguria; “I gay? che inizino a comportarsi come tutte le persone normali”, Alessandro Rinaldi, consigliere per la Lega Reggio Emilia; “I gay vittime di aberrazioni della natura, Luca Lepore e Massimiliano Bastoni consiglieri regionali Lombardia”; “I gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie”, Alberto Zelger, consigliere della Lega Nord a Verona; “Il matrimonio gay porta all’estinzione della razza”, Stella Khorosheva, candidata leghista; “Fanno le iniezioni ai bambini per farli diventare gay”, candidata della Lega Giuliana Li Vigni). Ma la polemica si concentra sull’accusa alla Rai e dopo che Rai3 respinge al mittente l’accusa di censura preventiva, il cantante pubblica un video che riprende la telefonata.
“Ecco la telefonata intercorsa ieri sera dove la vice direttrice di Rai 3 Ilaria Capitani insieme ai suoi collaboratori mi esortano ad “adeguarmi ad un SISTEMA” dicendo che sul palco non posso fare nomi e cognomi”. La battaglia scavalla la notte e nella mattina del 2 maggio la Rai interviene nuovamente per dire che la direzione di Rai3 ”non mai chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al concerto del Primo Maggio – richiesta invece avanzata dalla società che organizza il concerto”. Più tardi lo ripete con fermezza anche l’ad Fabrizio Salini, spiegando ”di non aver mai censurato Fedez né altri artisti né di aver chiesto testi per una censura di qualsiasi tipo. Questo deve essere chiaro, senza equivoci e non accettiamo strumentalizzazioni che possano ledere la dignità aziendale e dei suoi dipendenti. Di certo in Rai non esiste e non deve esistere nessun “sistema” e se qualcuno, parlando in modo appropriato per conto e a nome della Rai, ha usato questa parola mi scuso. Su questo assicuro che sarà fatta luce con gli organizzatori”. Nella telefonata che Fedez ha pubblicato su twitter a parlare sono l’organizzatore Massimo Bonelli e l’autore capo progetto Massimo Cinque, che parlano delle loro responsabilità nei confronti di Cgil, Cisl e Uil e Rai rappresentata dalla Capitani. A prendere la parola è la politica con Letta che chiede ”parole chiare dalla Rai, di scuse e di chiarimento. Poi voglio ringraziare Fedez”, dice. Giuseppe Conte spiega: ”Io sto con Fedez. Nessuna censura”, per poi sostenere che ”questo è il momento giusto per riformare la Rai e sottrarla alle ingerenze della politica”. Il ministro degli esteri Luigi Di Maio dice che ”un paese democratico non può accettare nessuna forma di censura”. A fare chiarezza sarà la Commissione di Vigilanza Rai che probabilmente martedì o mercoledì ascolterà il direttore di Rai3 Franco Di Mare per avviare un’indagine, come ha chiarito il presidente Alberto Barachini. Ora è caccia alle responsabilità.
Molte le manifestazioni di solidarietà a Fedez da parte dei suo colleghi

“Vicenda grave”, dice il ministro del Lavoro Andrea Orlando del ‘caso concertone’ , a Mezzora in piu’ su RaiTre. “Se non si puo’ parlare di censura in senso stretto di intromissione sicuramente si'”;”Non sta ai funzionari della Rai dire quello che si puo’ e non si puo’ dire, non c’e’ un tema di opportunita’, l’opportunita’ la valutano i telespettatori”, dice, e rilancia il tema della riforma della governance per “piu’ distanza tra la Rai e la Politica”, aspettto che va “preso in considerazione”. Ed in attesa di un “auspicabile” nuovo modello di governance, aggiunge, servirebbe “grande sforzo per dare alla Rai una governance piu’ coraggiosa”.
“Quello che penso e’ che se non vogliamo far diventare questa discussione un po’ ipocrita si tratta di discutere anche della governance. Io ho proposto mesi fa un disegno di legge di riforma per mettere piu’ distanza tra la politica nelle sue articolazioni e la Rai”, dice Andrea Orlando: “Credo che se questa discussione puo’ avere una utilita’ questo ragionamento vada preso in considerazione”, per esempio pensando “ad una Fondazione che metta una distanza”. C’e’ stata una censura? “Ho visto quel video – risponde il ministro e mi sembra che non si posa parlare di censura in senso stretto ma di intromissione nel contenuto di quel messaggio sicuramente si’. Io considero che non sia compito dei funzionari della Rai svolgere quel ruolo. I funzionari della Rai valutano che tipo di palinsesto, ma dentro quel palinsento,s e uno rispetta l’ordinamento… ci sono regole anche penali che tutale da eventuali aggressioni anche verbali. Non vedo perche’ ci debba essere anche una intermediazione del funzionario Rai”. La Rai oggi? “non vedo quegli shock creativi che c’erano in passato, che hanno fatto discutere, hanno diviso, ma hanno consentito all’opinone pubblica di entrare nel profondo di alcune vicende. Ora avverto un ‘fenomeno tirato”, non credo che ci sia censura ma che ci sia spesso una autocensura che in qualche modo impedisce uno sviluppo di una Rai che in un periodo di grandissimi cambiamenti potrebbe svolgere un ruolo piu’ importante”.

A proposito delle nomine Rai il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna rivolge un appello a Draghi “che ben apprezza il valore dell’indipendenza”.
“Se il governo istituzionale – afferma Verna – anziché trovare un inevitabile insano accordo sulle nomine, ne trovasse uno sano per la democrazia per liberare la Rai dai partiti sarebbe un grosso tributo alla giornata internazionale della libertà di stampa che si celebra domani e sottrarrebbe anche a chi lavora in Rai il peso di polemiche evitabili come quella di queste ore. In pochi giorni è possibile fare una legge scegliendo tra più proposte nel segno dell’autonomia, come per esempio quella che fece all’epoca da ministro delle comunicazioni l’attuale commissario europeo Gentiloni. L’indignazione c’è, le proposte pure, che aspettiamo? L’occasione è da non perdere”.
Di Mare: Gravi e infondate dichiarazioni Fedez – Le dichiarazioni di Fedez sulla “presunta censura da parte della Rai” sono “gravi e infamanti parimenti a quanto sono infondate”: ad affermarlo, in un post su Facebook, è il direttore di Rai3 Franco Di Mare, che si riserva di “fare chiarezza” in Vigilanza, nell’audizione fissata per il 5 maggio, ma insieme invita ad “ascoltare attentamente” la registrazione integrale della telefonata e sottolinea che nella versione di Fedez “ci sono gravi omissioni” che “alterano oggettivamente il senso di quanto detto dalla vicedirettrice (Ilaria Capitani, ndr) che nel colloquio esclude fermamente, ben due volte, ogni intenzione censoria”.
Molti mi chiedono in modo sincero parole di chiarezza sulla vicenda di Fedez e le sue affermazioni sulla presunta…
Pubblicato da Franco Di Mare – OfficialFanPage su Domenica 2 maggio 2021