La Corte di Appello di Roma, sezione I civile, ha accolto l’appello e annullato la sanzione comminata dalla Consob all’ex direttore de Il Sole 24 Ore, Roberto Napoletano, per manipolazione informativa del mercato. Napoletano aveva presentato ricorso contro la delibera dell’Autorità di vigilanza del 29 luglio del 2019 la cui ipotesi accusatoria contestava l’implementazione di pratiche commerciali e di reporting per incrementare artificiosamente i dati diffusionali de Il Sole 24 Ore. A Napoletano era stata applicata la sanzione amministrativa pecuniaria di 280 mila euro e il pagamento di una sanzione accessoria per un periodo di 16 mesi.

La Corte, si legge nel testo della sentenza, ritiene che “difetti in radice la prova della colpevolezza” di Napoletano. “Va infatti da un lato escluso che il direttore responsabile o editoriale, in quanto soggetto distinto dal proprietario della testata, abbia in generale una responsabilità propria o di controllo dell’attività di marketing, il che esclude una presunzione di responsabilità per omesso controllo dell’attività svolta in tali ambiti da altri soggetti. Cionondimeno egli può essere ugualmente responsabile per gli illeciti commessi in tale ambito laddove sussista la prova della suitas della condotta, vale a dire di una compartecipazione nell’illecito. L’onere della prova grava ovviamente a carico della Consob, in quanto solo laddove detta prova fosse fornita graverebbe sull’incolpato di provare l’assenza di responsabilità”.
La Corte ritiene che “sussista l’insufficienza della prova della attribuibilità anche al Napoletano delle condotte illegittime ovvero della incidenza decisiva e condizionante della sua azione rispetto a scelte che spettavano in assoluta autonomia ad altri soggetti”. La Corte parla quindi di “scarno provvedimento sanzionatorio” dal quale risulta che Napoletano avrebbe “proposto, definito e disposto pratiche commerciali e di reporting per incrementare artificiosamente i dati diffusionali del Il Sole 24 Or, dichiarati dal Il Sole 24 Ore spa ad Ads”. Si evidenzia che “né nel provvedimento sanzionatorio né nella comparsa di costituzione della Consob sono state evidenziate le circostanze di tempo e di luogo in cui il Napoletano avrebbe proposto, definito ed implementato tale disegno illegittimo”.
“I Giudici della Corte d’Appello di Roma hanno esaminato criticamente le motivazioni del nostro ricorso e le hanno pienamente accolte. La sentenza ha annullato il provvedimento della Consob, espressamente definito «scarno» e carente di prova «in radice»”, commenta il legale di Napoletano Roberto Della Vecchia. “Ancora, ritengo molto importante il fatto che i Giudici abbiano chiarito «l’assenza di partecipazione del Napoletano alle strategie illecite» e che fosse «fatto del tutto normale» che il Direttore «potesse interessarsi all’andamento delle vendite». In pratica – sottolinea – sono state spazzate via tutte le illazioni e le accuse rivolte nei confronti di Napoletano, rivelatesi infondate o inattendibili all’esito del giudizio”.