Salvatore Aranzulla, blogger e divulgatore informatico più famoso d’Italia, sta scatenando reazioni social per la sua offerta di lavoro: 5 euro ad articolo per scrivere sul suo sito dei temi di solito trattati o per aggiornare le schede.

Il popolo del web
Numerosi profili social – riporta ck12.it – hanno però ritenuto “scandaloso” il compenso e per questo motivo, nel giro di qualche ora, Salvatore Aranzulla è finito al primo posto delle tendenze su Twitter.
“Ho cercato schiavismo su Google ed è uscito il nuovo tutorial di Aranzulla”, si legge tra i tantissimi tweet d’accusa. “Mi è caduto veramente in basso”, spiega un altro utente. “Aranzulla facci un tutorial su come campare con le tue offerte di lavoro”, si legge in un altro tweet. “Ci siamo giocati pure Aranzulla, non ci si può fidare più di nessuno in questo mondo”, viene fatto notare in un altro post. La risposta del blogger informatico alle critiche tuttavia non si è fatta attendere ed è stata particolarmente precisa.
La risposta di Aranzulla: nessuno è costretto ad accettare
Salvatore Aranzulla ha voluto far notare a tutti coloro che in queste ore lo stanno criticando per la sua offerta che il compenso non è riferito alle ore di lavoro, come d’altronde specificato nello stesso annuncio, ma alla singola scheda tecnica realizzata. E a quanto pare per scriverla non si impiegherebbe molto tempo. “In un’ora un collaboratore riesce a scrivere dalle 4 alle 6 schede – ha evidenziato il divulgatore di tecnologie – con un compenso lordo dai 24 ai 36 euro“.
5 euro. Non benissimo. https://t.co/PlfOrup2Bx pic.twitter.com/aZWDJGMkpe
— federico ferrazza (@ferrazza) June 16, 2021
E – prosegue ck12.it – a chi gli ha fatto notare che quell’offerta di lavoro nessuno l’accetterebbe, Aranzulla ha risposto che invece attualmente il team che si occupa delle schede prodotto è già composto da 13 collaboratori freelance. Inoltre ha specificato che per le descrizioni non è necessario perdere tempo a studiare, poiché vengono sempre forniti tutti i dati dei prodotti: “Il lavoro consiste nel renderli discorsivi”. Il divulgatore informatico ha poi fatto notare che “nessuno è obbligato a rispondere all’annuncio e nessuno è obbligato a lavorare”.