In Hearst Italia grande adesione al piano di incentivi per dimezzare i dipendenti

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Non ci sarà alcuna comunicazione ufficiale prima della fine del mese da parte di Hearst sull’esito del piano d’incentivi all’uscita avviato a metà maggio e sulle modalità di ristrutturazione dell’azienda. Ma l’obiettivo di dimezzare i dipendenti, offrendo scivoli che possono arrivare fino a 56 mensilità in base all’anzianità aziendale, è praticamente raggiunto.

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Sarà Giacomo Moletto, country manager di Hearst Italia e chief operating officer di Hearst Europe, a gestire la nuova fase a dispetto delle voci che nei giorni scorsi lo davano in partenza per Londra con un nuovo incarico. Non si può escludere che avvenga in futuro e in questo caso Moletto potrebbe rafforzare il proprio ruolo nella gestione del presidio che, ridimensionato e ristrutturato, la casa madre americana ha comunque deciso di mantenere in Europa, sotto la guida di James Wildman, nei quattro mercati in cui è presente: Uk, Italia, Spagna e Paesi Bassi.
Tra le urgenze per Moletto ora c’è la ricerca di nuovi direttori dopo le dimissioni di Monica Mosca da Gente, Francesca Delogu da Cosmopolitan e Maria Elena Viola da Elle. Non si sa ancora cosa decideranno Antonella Bussi, direttrice di Marie Claire, e Cinzia Felicetti, alla guida di Marie Claire Maison; mentre secondo quanto risulta a Prima Livia Peraldo Matton rimarrà alla direzione di Elle Decor.
Nel suo discorso ai dipendenti a metà maggio Moletto era stato molto chiaro: l’unica possibilità per mantenere in vita Hearst in Italia era riequilibrare i costi a fronte di una progressiva, e non più recuperabile, contrazione del fatturato della stampa. Queste erano le direttive che arrivavano dagli Usa per tutti i Paesi europei, con la scelta di offrire incentivi all’uscita per snellire pesantemente le filiali locali. Lo spazio di trattativa di fatto era praticamente inensistente e, di fronte alla prospettiva di licenziamenti collettivi senza alcuna buonauscita, hanno aderito al piano circa la metà degli oltre cento giornalisti, così come la maggior parte dei grafici e un buon numero di manager e di amministrativi.
Ora l’attesa è per il piano di riorganizzazione che, secondo quanto dichiarato nelle scorse settimane, non prevederebbe la chiusura di testate. Ma senz’altro contempla nuove modalità di gestione, maggiori sinergie tra i brand e un’ulteriore accelerazione nel digitale per portare avanti quell’ottimizzazione dei costi che ormai è l’unica strada percorribile nel mercato dei periodici.