Il grande esodo da Hearst Italia

Condividi

Oggi è il giorno del grande esodo da Hearst Italia, l’ultimo giorno di lavoro per i 92 dipendenti che hanno accettato gli incentivi per lasciare l’azienda, ai quali si aggiungono 32 prepensionamenti nei prossimi due anni che permettono di raggiungere l’obiettivo di 124 uscite su 260 persone.
La scelta di dimezzare i dipendenti offrendo incentivi è stata una delle tre possibili soluzioni presentate da Giacomo Moletto, country manager di Hearst Italia e chief operating officer di Hearst Europe, ai vertici americani di fronte alla richiesta di rendere compatibili i costi con l’attuale situazione di mercato che vede un crollo delle entrate della stampa. L’idea di uscire dall’Italia non è mai stata sul piatto: “L’Italia rimane un paese centrale per moda e design, basti dire che in questi due settori la raccolta pubblicitaria in Italia per i brand internazionali raggiunge i 60 milioni di euro all’anno”, sottolinea.
Ieri Moletto ha parlato a tutti i dipendenti in un incontro di un’ora su Teams, per salutare chi se ne va e delineare il futuro: “È un’azienda nuova, che considero una start up basata su multimedialità, digitale, internazionalità”, dice. Da domani partono gli incontri di persona con tutte le strutture e le redazioni, da cui ovviamente le uscite non sono state omogenee. Proseguiranno per tre settimane per riprendere, dopo la pausa di agosto, a settembre. Un lavoro lungo e complesso da portare avanti mentre l’azienda comincia contemporaneamente a muovere i primi passi secondo il nuovo modello di business. A gestire la nuova fase sarà Moletto, che conferma che non è all’ordine del giorno un suo trasferimento a Londra.
I cambiamenti più forti riguardano le redazioni e l’organizzazione del lavoro giornalistico. Sono usciti 54 giornalisti su 107 e se ne sono andati ben cinque direttori: Monica Mosca da Gente, Maria Elena Viola da Elle, Francesca Delogu da Cosmopolitan, Antonella Bussi da Marie Claire, Cinzia Felicetti da Marie Claire Maison. Rimane invece Livia Peraldo Matton, alla guida di Elle decor.
L’unico direttore che Moletto sta cercando all’esterno è per Gente, “che resta un prodotto locale da diffusione in edicola”, precisa. In redazione 15-18 persone, con il problema urgente di ricostituire l’ufficio grafico che è rimasto quasi completamente sguarnito.
Per le altre testate la scelta è stata di affidarle a Massimo Russo, managing director content & consumer experience per l’Italia e direttore di Esquire. A lui anche la guida di Elle, Marie Claire e Cosmopolitan, che riduce a sei le uscite print e diventerà sempre più un brand digitale, strada su cui è incamminato e che già produce il 78% delle entrate pubblicitarie.
I tre femminili hanno ora una redazione unica di una trentina di persone: “Ad affiancare Russo a Elle e Marie Claire sono il vicedirettore vicario, Elena Mantaut, e il vicedirettore Moda e Immagine Ivana Spernicelli. Abbiamo tenuto separate per i tre brand le aree strategiche di moda, beauty e digital con dei caporedattori dedicati. Mentre sulla parte news e attualità non ci sono rischi di sovrapposizione tra un settimanale come Elle e un mensile come Marie Claire”, spiega Moletto.
Tante anche le funzioni da sostituire: sono usciti 11 dirigenti, la struttura di marketing è quella che ha visto l’esodo più massiccio: “Non era una struttura centrale ma con funzioni diffuse. Se ne sono andati quasi tutti i capi e ora creeremo un’unità centrale Marketing e strategia con un taglio molto digitale”, spiega Moletto.
Esce anche la responsabile Comunicazione Maddalena Onofri, mantendo però un contratto di consulenza per due anni che garantisce la continuità sulla comunicazione corporate. Mentre rimangono le tre persone della struttura di comunicazione interna che si occuperanno principalmente di prodotto ed eventi.
Solo due, tre uscite dalla concessionaria italiana, mentre la concessionaria per l’estero Hearst Advertising Worldwide non è stata toccata dalla ristrutturazione. A capo delle due strutture rimane Robert Schoenmaker.