Secondo l’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio Social Top Manager di Reputation Manager, che ha analizzato oltre 150 profili di executive attivi in Italia:
– 3 top manager su 10 sono assenti dai social
– Il 23% di loro è inattivo da almeno un anno
– Su LinkedIn spiccano le conversazioni sulla sostenibilità. Settori automotive e energia al vertice della classifica: Winkelmann di Lamborghini il più seguito davanti a de Meo (Renault) e Alverà (Snam)
– De Laurentiis (668 mila), Agnelli (161 mila) e Zanotti (111 mila) i più seguiti su Twitter, cresce Lapo Elkann (108 mila)
– La moda conquista Instagram: 7 top manager fashion tra i primi venti. Elisabetta Franchi (2,5 milioni) guida la classifica, poi Cucinelli (320 mila), Missoni (195 mila), Rosso (178 mila) e Ruffini (62 mila)
Su LinkedIn spiccano le conversazioni sulla sostenibilità. Winkelmann, de Meo e Alverà i più seguiti
Chi sono i top manager italiani più seguiti su LinkedIn? L’Osservatorio Social Top Manager di Reputation Manager ha analizzato la presenza sui social media degli executive di aziende attive in Italia. Al vertice della classifica di giugno, tra i top manager presenti su LinkedIn, due protagonisti del mondo automotive. Entra al primo posto l’Amministratore Delegato di Automobili Lamborghini Stephan Winkelmann. Con un profilo in lingua inglese da oltre 72 mila follower, il CEO si presenta come un orgoglioso brand ambassador della casa automobilistica, annunciando progressi e successi dell’azienda che guida, ma non solo. Tra i post che nell’ultimo mese hanno generato maggiori interazioni, infatti, compaiono la presentazione del nuovo motore V12 e la partecipazione al Motor Valley Fest di Modena, ma anche l’inaugurazione dell’hub vaccinale a Sant’Agata Bolognese.
Segue l’Ad del gruppo Renault Luca de Meo con 62 mila follower, che dalla sua pagina rilancia l’impegno dell’azienda nei confronti della mobilità elettrica e sostenibile. I suoi post degli ultimi due mesi (maggio-giugno 2021) sono tutti dedicati a questo tema: un posizionamento chiaro che gli vale anche il secondo posto in classifica.
Con 54 mila seguaci su LinkedIn sale sul podio Marco Alverà. Il CEO di Snam, oltre a ribadire l’impegno della società nello studio e sviluppo dell’idrogeno verde, ha anche annunciato il supporto di Snam a “Road to Rome 2021. Start Again”, la manifestazione che ripercorre il percorso della via Francigena per unire territori e comunità. Tra i post che hanno generato maggiore successo, il saluto alla figlia in partenza per il primo campo estivo dedicato ai figli dei dipendenti Snam.
Poco distante, al quarto posto con 51 mila follower, Nerio Alessandri di Technogym, sponsor della Nazionale di Calcio Italiana impegnata agli Europei e fornitore ufficiale alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Lo segue con 39 mila seguaci Francesco Starace; l’Ad di Enel tra aprile e giugno ha condiviso aggiornamenti sulle novità Enel X riguardanti la mobilità sostenibile e sulle azioni messe in campo dall’azienda per raggiungere il prima possibile gli obiettivi di sostenibilità ambientale fissati per il 2030 dalle Nazioni Unite. Non distante, al sesto posto con 38 mila follower, il fondatore e Amministratore Delegato di Illimity Bank Corrado Passera, che ha presentato il primo Bilancio di sostenibilità della banca, lanciato la Fondazione ad essa collegata e illustrato il Piano strategico fino al 2025. Claudio Descalzi è settimo (36 mila follower); il CEO di Eni a giugno ha presentato il Sustainability Report dell’azienda e lanciato la “Carta del Consumo circolare”, frutto di una partnership tra Eni e le Associazioni dei Consumatori italiane che ha l’obiettivo di attivare, incentivare e supportare i consumatori nella scelta di uno stile di consumo più circolare. Ottavo posto per Luca Dal Fabbro di Inso (30 mila), seguito da Giampaolo Grossi di Starbucks (29 mila). Chiude la top10 l’Ad di Dallara Andrea Pontremoli (25 mila).
Seguono in classifica (dati aggiornati a giugno 2021):
11. Francesco Pugliese di Conad (24 mila)
12. Cristina Scocchia di Kiko (21 mila)
13. Philippe Donnet di Assicurazioni Generali (19 mila)
14. Alessandro Benetton di 21Invest (18 mila)
15. Federico Grom di Grom (16 mila)
16. Gian Maria Mossa di Banca Generali (15,3 mila)
17. Marco Sesana di Generali Italia (12,1 mila)
18. Marco Durante di LaPresse (10 mila)
19. Raffaele Jerusalmi di Borsa Italiana (5,6 mila)
20. Enrico Vita di Amplifon (5,4 mila)
Twitter: De Laurentiis, Agnelli e Zanotti conquistano il podio. Cresce Lapo Elkann
Al vertice della classifica dei top manager più seguiti su Twitter si conferma Aurelio De Laurentiis. Il Presidente del Napoli può contare su una fanbase di oltre 668 mila follower e negli ultimi 12 mesi ha ottenuto una media di oltre 2,6 mila interazioni per ogni cinguettio. Tra i contenuti che tra maggio e giugno hanno raccolto il maggior apprezzamento, una battuta sulla Superlega e l’annuncio di Luciano Spalletti come nuovo allenatore della squadra. Al secondo posto, un altro protagonista del mondo del calcio, il presidente della Juventus Andrea Agnelli (161 mila follower), il cui profilo – seppur poco attivo e non verificato – risulta quello in grado di generare il maggior numero di interazioni per ogni tweet, oltre 3 mila tra like e RT.
Sale sul podio lo stilista Giuseppe Zanotti (111 mila), tallonato a poca distanza da Lapo Elkann. Il fondatore di Italian Independent Group, con i suoi 108 mila follower (+7 mila in due mesi), risulta il quarto top manager più seguito in Italia e con ogni cinguettio raccoglie circa 650 interazioni di media. Tra i contenuti che hanno riscosso maggior successo tra maggio e giugno, alcuni tweet che rispecchiano il suo impegno nel sociale (la denuncia del furto delle carrozzine della Federazione Italiana Paralimpica e il messaggio di solidarietà a un bambino vittima di bullismo) e la sua fede juventina con il ricordo di Giampiero Boniperti. Al quinto posto ancora calcio, con il Presidente della Sampdoria Massimo Ferrero e i suoi 106 mila follower, mentre si attesta al sesto posto Corrado Passera di Illimity Bank (50,4 mila). Francesco Pugliese di Conad è settimo (12,6 mila), seguito dalla stilista Elisabetta Franchi (11,6 mila) e da Nerio Alessandri di Technogym (7,9 mila). Chiude la classifica dei primi dieci Federico Marchetti di Ynap con 6,6 mila follower.
Le altre 10 posizioni della classifica sono occupate da (dati aggiornati a giugno 2021):
11. Alessandro Benetton di 21Invest (5,5 mila)
12. Francesco Starace di Enel (5,1 mila)
13. Enrico Cereda di IBM (5,1 mila)
14. Alessandro Profumo di Leonardo (4,4 mila)
15. Renzo Rosso di Diesel (3,9 mila)
16. Marco Sesana di Generali Italia (3,3 mila)
17. Luca De Meo di Renault (2,1 mila)
18. Remo Ruffini di Moncler (1,5 mila)
19. Luca Dal Fabbro di Inso (1,2 mila)
20. Marco Alverà di Snam (1,2 mila)
La moda conquista Instagram: 7 top manager fashion tra i primi 20
Chi sono i top manager più seguiti su Instagram? Il social dedicato a foto e video si conferma anche in questa occasione il “regno della moda”. Sono numerosi, infatti, i rappresentanti del mondo fashion presenti nelle prime posizioni della classifica.
Stabile al primo posto e forte dei suoi oltre 2,5 milioni di follower, la stilista Elisabetta Franchi. A giugno, la fondatrice di Betty Blue ha aumentato la sua presenza diretta sul profilo, che condivide con la casa di moda, in particolare per condividere con i follower un suo pensiero sul tempo che passa e sull’importanza di ritagliarsi del tempo per sé. Riflessione con la quale ha raccolto oltre 42 mila apprezzamenti, ben superiore anche alla sua media di 17 mila reazioni per post.
Si conferma al secondo posto Steven Zhang. Il giovane presidente dell’Inter, oltre a poter contare su 550 mila follower, è anche il manager in grado di generare l’engagement più alto: ogni suo post, in media, ottiene 82 mila reazioni. Un risultato ottenuto anche grazie alla vittoria dello scudetto dell’Inter, che mancava in casa nerazzurra da 10 anni. La sua foto con la coppa della Seria A ha ottenuto, infatti, 128 mila like.
Terzo gradino del podio per Brunello Cucinelli, che a giugno ha ricevuto la visita del Generale Figliuolo al Centro Vaccinale di Solomeo. Lo stilista, che negli ultimi due mesi ha lanciato la collezione estiva e annunciato l’inizio di una collaborazione con Oliver Peoples, può contare su 320 mila follower, cresciuti di 3mila unità negli ultimi due mesi. Ogni sua foto o video pubblicato genera, in media, 8 mila reazioni.
Sempre moda al quarto posto con Margherita Missoni (195 mila follower), seguita da altri due protagonisti del fashion. Al quinto posto c’è infatti il fondatore di OTB Renzo Rosso, con i suoi 178 mila seguaci su Instagram, mentre al sesto Remo Ruffini di Moncler (62 mila). Negli ultimi due mesi, tra i suoi contenuti che hanno generato maggior engagement, la foto del backstage del documentario “Milano” sulla storia della moda italiana e la sua intervista a Panorama sul significato del lusso, che “non è possedere qualcosa, ma vivere un’esperienza”. Federico Marchetti di Ynap lo segue a distanza con 39 mila follower, mentre Alessandro Benetton è ottavo con 36 mila. Il fondatore di 21Invest e Presidente di Cortina 2021, tra aprile e giugno ha conquistato 2 mila seguaci in più, anche grazie ai suoi video dedicati al mondo dell’imprenditoria. Stabile al nono posto tra i manager più seguiti su Instagram Nerio Alessandri di Technogym (33 mila), chiude la top10 Matteo Lunelli di Cantine Ferrari (31 mila).
Le altre posizioni in classifica (dati a giugno 2021):
11. Urbano Cairo di Cairo Communication (21,4 mila)
12. Giovanni Malagò del Coni (21,1 mila)
13. Raffaele Carlino di Carpisa / Napoli Femminile (4,6 mila)
14. Guido Grassi Damiani di Damiani (4 mila)
15. Marco Alverà di Snam (3 mila)
16. Giampaolo Grossi di Starbucks (2,5 mila)
17. Federico Grom di Grom (2,4 mila)
18. Leonardo Bagnoli di Sammontana (1,8 mila)
19. Fortunato Amarelli di Amarelli (1,7 mila)
20. Nicola Levoni di Levoni (1,2 mila)
Gli stili della comunicazione social dei top manager: diminuiscono i Brand Ambassador, crescono i manager al livello più basso della piramide
Ulteriore elemento di grande interesse è la comunicazione social dei top manager. Come più volte osservato dall’osservatorio Social Top Manager di Reputation Manager (www.reputation-manager.it), che da anni studia la comunicazione e l’attività dei top manager sui principali canali, agli executive è sempre più richiesto un cambio di atteggiamento. I top manager, soprattutto nell’anno appena trascorso, sono diventati figure centrali non solo in ambito corporate, ma nella società nel suo complesso. È a loro, infatti, che spesso si guarda in cerca di una guida. Specchio di questo cambiamento è la loro attività social: LinkedIn, Twitter e Instagram acquistano maggiore centralità proprio perché rappresentano i mezzi attraverso i quali fare sentire la propria voce ed esprimere le proprie idee per il rilancio del Paese.
Anni di analisi della comunicazione dei top manager italiani hanno così permesso a Reputation Manager di identificare 10 tipologie che definiscono il comportamento degli executive sui principali social: una “piramide evolutiva” dal livello più basso (assenza dai social), a quello più alto (punto di riferimento mondiale), passando per step intermedi contraddistinti da una minore o una maggiore attività social.
Vediamo nel dettaglio quali sono gli stili più e meno diffusi, andando ad analizzare come sono cambiati nel corso degli ultimi due mesi. Tra gli oltre 150 profili di top manager presenti e attivi sui social analizzati da Reputation Manager, lo stile più diffuso rimane quello del Brand Ambassador, anche se in leggera flessione. A questa categoria appartiene il 28% degli executive presenti sui social network, in calo del 4% rispetto al periodo di analisi precedente. I top manager appartenenti a questa categoria sono spesso identificati con l’azienda stessa, che assume un ruolo centrale nella loro comunicazione: la maggior parte dei post è infatti orientata a raccontare progressi e successi della società che guidano. Il calo registrato negli ultimi due mesi (maggio-giugno 2021) è da imputarsi alla difficoltà di mantenere questo status per un periodo di tempo prolungato; una difficoltà crescente nei casi in cui il top manager deve abbandonare (magari per un cambio di cariche al vertice) il ruolo che occupa. L’Osservatorio ha infatti registrato che, spesso, la perdita della carica esecutiva di CEO in una grande azienda corrisponde anche a una “retrocessione” della propria attività social.
Un gradino sopra, anche se rappresentati solo dal 15% dei top manager, ci sono i Market Ambassador (+1% negli ultimi due mesi). Essi si caratterizzano per la forte influenza che hanno non solo sulla propria azienda, ma anche nell’intero settore di riferimento.
Appaiati, entrambi al 15%, i manager Reactive e i manager Sharer. I primi rappresentano il livello più basso della piramide evolutiva in cui si assiste a un’attività social: il loro unico gesto social, infatti, è quello di aggiungere reazioni o commenti a post altrui, senza un’attività personale. La categoria, rispetto all’ultima rilevazione, è in crescita del 4%: un dato che si spiega con le recenti nomine avvenute ai vertici di importanti aziende italiane. Una dinamica consolidata: capita spesso che un manager appena insediato al vertice di una società, prediliga una comunicazione low profile, o che passino dei mesi prima che i team di comunicazione interni possano agire sui suoi profili social con un piano di comunicazione strategica e attiva. Periodo all’interno del quale la “personalità social” del top manager rimane nell’ombra (e nella parte più bassa della piramide). Sempre rappresentati dal 15% dei top manager in analisi, ci sono gli Sharer, che aggiungono alla loro attività social anche il gesto della condivisione, spesso di post creati dall’azienda che rappresentano o di cui fanno parte.
A giugno, gli Interactive sono al 13% (+1%). I top manager appartenenti a questa categoria si contraddistinguono perché, a differenza dei due precedenti, aggiungono al proprio stile una comunicazione originale e in grado di generare engagement. Si restringe del 2%, invece, la sezione degli Editor (11%): una categoria che può essere definita “di passaggio” tra lo stato embrionale degli Sharer e quello degli Interactive, in cui si assiste alla produzione di contenuti propri che raccontano i successi personali e aziendali. Una comunicazione attiva che, se ben sfruttata, può portare il profilo ad acquisire anche un alto numero di follower (e alla promozione in categorie di livello più alto).
Il vertice e il fondo della classifica meritano un discorso a parte. E, analizzati insieme, permettono di comprendere come il processo di “popolamento” dei top manager italiani sui social media sia ancora lontano dal concludersi. Leggendo la piramide dall’alto, è possibile notare che solo due manager su cento possono essere considerati Country Ambassador (2%). I manager appartenenti a questa categoria si sono guadagnati il delicato ruolo di rappresentare il proprio Paese nel mondo. I loro interventi variano dai successi lavorativi ai temi dell’attualità. Non di rado intervengono portando la propria opinione anche su quelli che, a prima vista, potrebbero sembrare campi di non loro stretta competenza. Le loro parole vengono spesso riprese anche dalla stampa e possono acquistare anche un peso politico ma, come detto, questo livello è appannaggio di una sparuta minoranza. Ancora più in alto, e ancora più rari, i World Leader (1%), riconosciuti leader mondiali e punto di riferimento per il proprio settore di competenza, per il proprio Paese e per la società nel suo complesso.
Leggendo la piramide dal basso, tuttavia, è possibile mettere in luce l’altra faccia della medaglia, ovvero quanto la comunicazione social non sia ancora diventata parte integrante delle strategie comunicative di tutti i top manager. Tra le principali evidenze, infatti, l’Osservatorio segnala che il 23% dei top manager presenti sui social è Inactive, ovvero presente con profili personali che però risultano inattivi da almeno un anno. Mentre il 32% dei top manager attivi in Italia è Asocial, ovvero assente dai social network. Talvolta, questa tipologia di manager appare in prima persona nei canali del brand o dell’azienda che guida, oppure predilige una comunicazione tradizionale fatta di interviste e comunicati stampa, ma si contraddistingue per la mancanza di profili social personali. Dati che dimostrano come, per i top manager attivi in Italia, ci sia ancora un ampio spazio di intervento per eccellere nel campo della comunicazione social.
