Scarlett Johansson, protagonista di ‘Black Widow’, ha intentato causa contro lo studio cinematografico Disney, produttore del film.
Il motivo è la violazione del suo contratto in seguito alla decisione di lanciare il film il 9 luglio sulla piattaforma di streaming Disney+ contemporaneamente alla proiezione nei cinema. Con l’effetto di ridurre la quota prevista per l’attrice di incassi al botteghino.
Black Widow’ ha incassato 80 milioni di dollari ai botteghini statunitensi e canadesi durante il weekend di debutto. Il film ha anche generato 60 milioni di dollari attraverso gli acquisti legati a Disney+.
Johansson, 36 anni, uno delle star più popolari e pagate di Hollywood, ha realizzato nove film Marvel con la Disney che ha risposto che non c’era “nessun merito” per la causa, svelando che l’attrice aveva ha ricevuto un compenso di 20 milioni di dollari, e commentando che non dimostrava consapevolezza per la situazione creata dal Covid nel sistema della distribuzione cinematografica.
La causa sta facendo molto rumore a Hollywood perché’ ha messo in evidenza il tema dei doppi mercati con le società media come Disney che si muovono per potenziare i servizi di streaming con contenuti premium nello stesso momento o quasi in cui i film escono nelle sale cinematografiche, riaperte dopo le chiusure per l’epidemia di coronavirus, senza però riconoscere nessuna percentuale alle star.
In sostegno a Johansson è intervenuto Bryan Lourd, co-presidente della Creative Arts Agency (CAA) che la rappresenta insieme a molti grandi nomi, che ha accusato Disney di aver attaccato l’attrice rivelando il suo stipendio, e accusandola di insensibilità sul tema del Covid “per colpire la sua reputazione come artista e donna d’affari”. I dettagli dei contratti dei film di Hollywood e le eventuali controversie vengono solitamente discussi a porte chiuse.
