Vezzali: sport da sostenere, produce il 2% del Pil; anno straordinario in un Paese di sportivi da divano

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L’Italia dello sport ha vissuto “un periodo esaltante, è stato un anno straordinario”. E questo “in un paese di sportivi da divano: tutti pronti a tifare agli Europei, ma poi non si alzano. L’Italia è quintultima in Europa per numero di praticanti sportivi”.

E’ uno dei passaggi dell’intervento della sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali, al Meeting di Rimini. Vezzali ha tra l’altro puntato l’indice contro la drammatica carenza di impianti sportivi, prendendo ad esempio “la storica medaglia d’oro nell’inseguimento in pista. Questo in un paese che ha un solo velodromo al coperto e che adesso è in manutenzione, perché ci piove dentro. Non si può continuare a vivere di miracoli”, sottolinea.
“In questo scenario -ha proseguito Vezzali- i successi italiani sono straordinari”, e questo “anche grazie alla riforma del 2018. La Fidal -è l’esempio- ha ricevuto oltre 6 milioni in più ed è passata da 38 a 76 qualificati per le Olimpiadi, e 5 medaglie d’oro; ma ci sono anche altre discipline che stanno vivendo periodi di risultati rigogliosi”.
“Lo sport, soprattutto dopo quanto ha subito in pandemia, ha bisogno di interventi concreti e strutturali: rappresenta il 2% del pil. non si può più perdere tempo, anche per la sedentarietà tra i più giovani: nel 2019 uno su 5 era sedentario, dopo la pandemia il dato si è tristemente aggregato”. Un’opportunità da “cogliere è il Pnrr, che stanza per lo sport un miliardo. Voglio inoltre una svolta verso una maggiore incisività di Sport e Salute, che in questi due anni è stata vista come semplice erogatrice di fondi ma il cui compito è quello di permettere di migliorare la pratica sportiva del paese, ripeto al quintultimo posto in Europa. Un’altra sfida -dice ancora- è portare lo sport al centro della vita scolastica”, ricordando l’introduzione dell’insegnante di attività motorie fin dalla scuola primaria.
“I grandi campioni sono un esempio per i giovani, ed è importantissimo anche il binomio sport e scuola. Molti professori vedono ancora oggi lo sport come un ostacolo allo studio, e invece gli studenti che praticano sport dovrebbero essere presi a esempio, perché riescono a coniugare due attività complesse”. Prosegue Valentina Vezzali al Meeting di Rimini.
“Il campione in questo ha un ruolo fondamentale -dice Vezzali-: è di esempio positivo e fa capire che il talento, senza lavoro, non va da nessuna parte. Per tutta la mia carriera, e fino all’ultimo giorno, sono stata la prima a entrare in palestra e l’ultima a uscirne. Dobbiamo permettere ai nostri atleti di coniugare università e sport, così come dobbiamo portare lo sport nel mondo universitario. E’ un obiettivo del governo”, conclude.