“L’orizzonte strategico che Tim ha intrapreso è molto chiamo. Noi abbiamo una gamma di strade su cui stiamo lavorando, una è quella infrastrutturale per rispondere a una esigenza che la tragedia della pandemia ha definitivamente cristallizzato nella sua importanza: dare a tutti i cittadini, le imprese e le pubbliche amministrazioni la possibilità di operare nell’ambiente digitale. Siamo impegnati in questo sforzo titanico anche per recuperare il ritardo che nel Paese si è accumulato negli anni e la connettività è il nostro primo impegno”. Lo ha detto Andrea Fabiano, vice president strategy&transformation di Tim, intervenendo – riporta Ansa – all’incontro organizzato dalla Cgil Puglia sul tema “Rivoluzione digitale: reti, infrastrutture e processi innovativi al servizio di pubblica amministrazione, aziende e cittadini”.

“Sulla connettività abbiamo fatto un lavoro pazzesco – ha aggiunto – , mettendo in piedi in pochi mesi, nell’anno della pandemia, quello che normalmente avrebbe impegnato degli anni, portando la banda ultralarga in migliaia di nuove cabine, e questo lavoro sta proseguendo. Questo è il primo pilastro del nostro orizzonte, ma non basta. La connettività è la premessa necessaria, ma bisogna lavorare alla galassia di servizi e applicazioni che sfruttano l’infrastruttura e portano vantaggi a persone, imprese e istituzioni. Stiamo lavorando sulla infrastruttura del cloud, sull’internet delle cose e l’altra sfida gigantesca e vitale – ha concluso Fabiano – è quella della sicurezza digitale”.
“Per come si sta orientando il Governo, di fatto non decidendo sul tema della infrastruttura unica nazionale, non vedo motivi di ottimismo. Temo che si stia per l’ennesima volta demandando al mercato la costruzione di tante piccole reti, con le aree metropolitane iper irrorate e pezzi del Paese senza accesso alle reti”. Lo ha detto Riccardo Saccone, segretario nazionale Slc Cgil, intervenendo all’incontro organizzato dalla Cgil Puglia sul tema “Rivoluzione digitale: reti, infrastrutture e processi innovativi al servizio di pubblica amministrazione, aziende e cittadini”.
“Allo scoppio della pandemia – ha detto Saccone – eravamo come Paese terribilmente indietro, perché è mancato un progetto. O sfruttiamo il Pnrr per dotare il Paese di una infrastruttura digitale adeguata, oppure la fine è nota. Ci vuole una regia complessiva, altrimenti perdiamo una grande possibilità e il divario storico nel nostro paese diventerà incolmabile”.
Il segretario regionale della Cgil Pino Gesmundo ha evidenziato anche che “la transizione deve tener conto del miglioramento dei servizi e delle condizioni di vita dei cittadini ma, soprattutto, deve essere gestita tenendo al centro il lavoro e la buona occupazione. Dobbiamo evitare che i lavoratori vengano messi fuori dai circuiti produttivi. C’è bisogno di formazione – ha detto Gesmundo – per evitare che un processo di questo tipo possa portare benefici alle imprese in termini di redditività ma poi magari nessun risultato per i lavoratori e anzi aumenti le diseguaglianze”.